Il parlamento dice “sì” alla legge sul revenge porn. Con ben 461 sì e nessun voto contrario, la Camera dei deputati ha dato via libera all’emendamento presentato dalla pentastellata Stefania Ascari. Cambiate così le posizioni della maggioranza, che la scorsa settimana aveva bocciato una proposta simile ma avanzata da Laura Boldrini, tra le proteste delle deputate di Forza Italia e Pd.
Come funziona la legge. Il testo passato a Montecitorio punta a punire chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invii, consegni, ceda, pubblichi o diffonda contenuti a carattere sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate. Per i colpevoli, il parlamento ha disposto una pena da uno a sei anni di carcere e una multe fino a 15mila euro.
Maggioranza e opposizioni soddisfatte. “Portiamo in Aula un emendamento della Commissione presentato dalla relatrice Stefania Ascari e condiviso da tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione. Felici per aver trovato questa intesa”. Così Giulia Bongiorno, ministro alla Funzione pubblica ed esponente della Lega. Per Mara Carfagna di Forza Italia “ha prevalso la ragione”, mentre secondo Valeria Valente (Pd) si tratta di “una legge di civiltà”.
Scompare l’emendamento sulla castrazione chimica. Ma all’interno del pacchetto “codice rosso”, di cui l’emendamento sul revenge porn faceva parte, c’era anche la proposta di introdurre la castrazione chimica per gli stupratori. L’iniziativa è stata ora ritirata dalla stessa Lega, i cui parlamentari si sono detti “coscienti delle attuali spaccature con il M5S sul tema”.