URBINO- “Mi auguro che Monti abbia avuto ragione” sui tagli imposti ai cittadini per sottrarre l’Italia alla ‘colonizzazione’ da parte dell’Europa. Così lo scrittore Andrea Camilleri nella sua lectio magistralis all’Università di Urbino in occasione del conferimento della laurea honoris causa in lingue. “Qualche mese addietro – ha aggiunto – il presidente del Consiglio, il senatore Monti, ebbe ad affermare solennemente che egli e il suo Governo, attraverso le severe misure restrittive imposte agli italiani, avevano salvato il nostro paese dalla colonizzazione, vale a dire dalla cessione all’Europa di parte della nostra sovranità nazionale. Intendendo naturalmente sovranità economico-finanziaria e non territoriale. Premesso che lo stesso Monti ha dovuto ammettere di avere agito con brutalità a seguito dell’eredità fallimentare che gli è stata lasciata e della crisi dell’euro, mi auguro che realmente sia stato così, e me lo auguro soprattutto per tutti coloro che hanno perduto il lavoro, per i giovani senza più futuro, per coloro che non hanno né lavoro né pensione, per le famiglie ridotte alla povertà, per i milioni di disoccupati forzati”.
“A me la nostra lingua non sembra star molto bene e che non si faccia niente per curarla sicché le sue condizioni di salute peggiorano col trascorrere del tempo”. Camilleri attacca ancora il premier: “Parlando di spread o di spending rewiew è il primo a dare il cattivo esempio. Monti però non fa che continuare una pessima abitudine dei nostri politici, basterà ricordare parole come ‘election day’, ‘devolution’,’premier’ e via di questo passo. Oppure creando orrende parole derivate tipo ‘resettare’. Tutti segni, a mio parere, non solo di autosudditanza ma soprattutto di un sostanziale provincialismo”. “Da qualche anno a questa parte – ha ricordato Camilleri – la traduzione in italiano di tutti gli atti dell’Unione Europea è stata abolita. L’obbligatorietà della traduzione rimane per l’inglese, il francese e il tedesco. E questo senza che nessun politico italiano vigorosamente protestasse, pur essendo l’Italia uno dei paesi fondatori della Ue”.
“Se all’estero la nostra lingua è tenuta in scarsa considerazione, da noi – ha aggiunto – viene quotidianamente sempre più vilipesa e indebolita da una sorta di servitù volontaria e di assoggettamento inerte alla progressiva colonizzazione alla quale ci sottoponiamo privilegiando l’uso di parole inglesi. E c’é di più. Un esempio per tutti. Mi è capitato di far parte, quale membro italiano, della giuria internazionale del Premio Italia annualmente indetto dalla Rai con sede a Venezia. Ebbene, il regolamento della giuria prevedeva come lingua ufficiale dei giurati quella inglese, senza la presenza di interpreti. Sicché uno svedese, un russo, un francese e un giapponese e un italiano ci trovammo costretti ad arrangiarci in una lingua che solo il rappresentante della Bbc padroneggiava brillantemente. Va da sé – ha concluso – che la lingua ufficiale, in Francia, del Festival di Cannes è il francese, la lingua ufficiale in Germania del Festival di Berlino è il tedesco”.