Due chilometri e 100 metri. In 25 minuti a piedi, nel dedalo delle stradine di Campobello di Mazara, Matteo Messina Denaro avrebbe potuto, e probabilmente lo ha fatto, coprire l’intero percorso per spostarsi da un rifugio all’altro. Sempre che da qui alle prossime ore non ne saltino fuori altri.
Il latitante ha previsto tutto con una strategia meticolosa. A nulla sarebbe valsa il migliore degli alleati, il silenzio. Sapeva di potere contare sulla rete di un gruppo ristretto di fedelissimi e sui tantissimi che sapevano e hanno taciuto, per paura o connivenza.
Spacciarsi in paese per l’uomo che gli fornito la carta d’identità era impossibile perché il vero Andrea Bonafede è conosciuto da una moltitudine di persone. Chi diceva di essere?
Via Cb31, via Maggiore Toselli, via Cusmano, via San Giovanni: sono le strade dove Messina Denaro viveva e si muoveva. E dove probabilmente conservava il denaro che gli garantiva una vita agiata (forse la camera blindata dove alcune scatole sono state trovate vuote al momento della perquisizione? GUARDA IL VIDEO) e custodiva carte e documenti diversi da quelli trovati in via Cb31.
Il giudice per le indagini preliminari Fabio Pilato, decidendo di lasciare in carcere Giovanni Luppino, l’autista di Matteo Messina Denaro, ha confermato che il quadro investigativo è in continua evoluzione.
L’operazione che ha portato all’arresto di Messina Denaro è “ancora in corso con la ricerca dei covi e della rete dei fiancheggiatori che hanno reso possibile una latitanza così lunga”. Luppino sarebbe “custode di segreti e prove che farebbe certamente sparire se lasciato libero”.
E poi conosce la “rete creata per sfuggire alla giustizia”. Una rete fatta di connivenze e silenzi. Potrebbe scappare. D’altra parte ha fatto da autista ad un latitante del calibro di Messina Denaro, “verosimilmente custode di verità inerenti le pagine più cupe della storia repubblicana”.
Non si tratta di trovare chissà quanti covi ancora. Si è di fronte ad un paese covo, posizionato ad una manciata di chilometri da Castelvetrano. Se Messina Denaro viveva a Campobello di Mazara da tempo, fatto che sembrerebbe assodato, allora vanno stanate le sue mille complicità.