Pranzo della domenica con ospite d'onore: Messina Denaro

Pranzo della domenica con ospite d’onore: Matteo Messina Denaro

L'incredibile retroscena sulle complicità del padrino corleonese

È domenica a Campobello di Mazara. Per qualcuno è un giorno speciale, perché speciale è l’ospite. Speciale e sanguinario: Matteo Messina Denaro.

È accaduto davvero, poco prima dell’arresto del 16 gennaio scorso all’esterno della clinica ‘La Maddalena” di Palermo. Una famiglia ha trascorso il pranzo domenicale con il padrino corleonese.

Un episodio che la dice lunga sulla catena di protezione di cui il boss ha goduto quando ha deciso di fare rientro in Sicilia, ad una manciata di chilometri dalla natìa Castelvetrano.

Messina Denaro sapeva di potere contare sul silenzio collettivo. Mai fare di tutta l’erba un fascio, ma neppure si può smussare la gravità del pranzo domenicale con il boss. Cibo e chiacchiere, magari vecchi ricordi di uno stragista con cui c’è grande sintonia. La confidenza è massima perché massima è e deve essere la fiducia.

Una grossa fetta degli oltre 11 mila abitanti di Campobello di Mazara conosceva perfettamente l’identità di Matteo Messina Denaro.

Molti non si sono limitati a tollerare, magari per paura, quella scomoda presenza. Molti altri lo hanno coccolato e aiutato come si fa con un vecchio amico. Quanto vecchio? Ed ecco il nodo delle indagini della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Chi è stato e dove ha vissuto Messina Denaro prima di ammalarsi e fare rientro in Sicilia?

C’è un doppio livello di complicità. Il primo, quello più basso, è fatto degli uomini e delle donne che hanno reso Campobello di Mazara un posto sicurissimo per il latitante, a cui il geometra Andrea Bonafede ha prestato l’identità per curarsi.

E poi c’è il livello più alto del quale farebbe parte il medico Alfonso Tumbarello, colui che ha consentito, con le sue prescrizioni, al padrino di farsi curare e operare prima all’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo e poi alla clinica La Maddalena di Palermo, dove è stato arrestato il 16 gennaio scorso.

Molte pedine vanno scoperte. A cominciare dai finanziatori che hanno riempito di soldi le casse del latitante che spendeva grosse somme ogni mese. I retroscena nel nuovo mensile S in edicola dal 25 febbraio e qui in versione digitale.


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