Cancellato da Crocetta e Orlando | La scomparsa del Pd siciliano - Live Sicilia

Cancellato da Crocetta e Orlando | La scomparsa del Pd siciliano

Diluito in una lista senza simbolo a Palermo. Ammutolito dagli show del governatore. Così evapora un partito.

PALERMO – Dov’è finito il Pd? Dove si nasconde il partito “a vocazione maggioritaria” che per una straordinaria congiuntura astrale si è ritrovato in questa legislatura a governare la Sicilia? Sparito, scomparso, immerso nel fiume in piena della vicenda congressuale e della conta interna, continua a farsi mettere alle corde da Rosario Crocetta e dal suo circoletto di potere che con vorace piglio occupa gli ultimi strapuntini rimasti in questa scena da ponte del Titanic.

Perso nell’infinito braccio di ferro con quel governatore che l’ingresso in giunta dei politici avrebbe dovuto imbrigliare conducendolo a più miti consigli, il partito di maggioranza relativa prosegue nel suo percorso di progressiva scomparsa. Oscurato dal cerchio magico del ringalluzzito presidente e del suo potente alter ego politico, il senatore Beppe Lumia, attivissimo nella partita congressuale al fianco di Emiliano e nel consolidamento del Megafono di nuovo conio, quel ‘RiparteSicilia’ che può fargli staccare l’ennesimo biglietto per il Parlamento nazionale. Al loro fianco, i due alfieri mediatici della rivoluzione di Palazzo, i due Antonio, Ingroia e Fiumefreddo, che spalleggiano Crocetta nella spregiudicata operazione mediatica di travestirsi da opposizione per andare a recitare nel salotto televisivo dell’amico Massimo Giletti il copione del populista, come se in questi quattro anni e mezzo a Palazzo d’Orleans avesse albergato un sosia malvagio dell’ex sindaco di Gela. Un gioco perverso, questo, che il Pd non riesce a contrastare, assistendovi inerme e lasciando ad altri il compito di smascherare il bluff del circoletto.

In tutto questo, il Partito democratico siciliano appare sempre più evanescente. Non se ne coglie la voce nel dibattito regionale, se ne intercetta tutto il malessere nella partita delle poltrone in atto a Palazzo d’Orleans. Non lo si intravede nemmeno nello scenario delle amministrative di Palermo, dove il partito è arrivato così diviso, impreparato e privo di un’idea che fosse una, da accettare le forche caudine comandate dal sindaco uscente, accovacciandosi nel comodo giaciglio imposto da Orlando, in una lista senza simbolo e senza nome, tutti insieme appassionatamente con alfaniani e centristi, come un cespuglietto di risulta qualsiasi.

Svanisce il Pd. Afasico come l’alfiere del renzismo siculo, Davide Faraone, che ormai ritiene morta e sepolta questa legislatura e guarda al futuro, dice, ma senza rinunciare ai suoi assessori e alle sue poltrone di sottogoverno. Quelle che i rottamatori si son tenuti strette in questa legislatura, abbaiando a Crocetta senza mai mordere troppo sul serio. Pensa al futuro anche Antonello Cracolici, che vuol correre alle primarie per Palazzo d’Orleans, quelle di cui oggi parla anche il segretario Fausto Raciti. Sì, ma intanto? Fantasticando del futuro di Palazzo d’Orleans se ne perde di vista il drammatico presente. E gli ultimi mesi di legislatura si consumano invano, senza bilancio, senza speranza, senza futuro, spianando la strada al populismo a 5 Stelle.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI