Cara di Mineo, la rivolta dei migranti| Caos sulla Catania-Gela - Live Sicilia

Cara di Mineo, la rivolta dei migranti| Caos sulla Catania-Gela

Secondo giorno di protesta davanti ai cancelli del Cara di Mineo terminata solo in serata. La mobilitazione ha causato disagi per la viabilità sulla Catania Gela per diverse ore.

CATANIA –C’è il caos. La polizia sta salendo in assetto antisommossa”, lo riferisce a LiveSicilia Giuseppe Mistretta, già consigliere provinciale eletto nel collegio calatino.

 

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“Qui – continua – il clima è invivibile. Gli imprenditori agricoli e chi è occupato presso l’area artigianale non sta lavorando già da due giorni”. Il commento di Mistretta è comunque duro:  “Il governo ci ha abbandonati. È una guerra tra diritti negati, quelli dei cittadini e quelli dei migranti, che reclamano un qualcosa di assolutamente legittimo.  Qualcuno qui si sta arricchendo sul business dell’immigrazione. È una vergogna”.

Prende posizione anche il Partito Democratico di Caltagirone. “Il loro diritto alla salute, la tutela della dignità e la certezza del diritto – lo dice in una nota Paolo Crispino, segretario cittadino – sono continuamente calpestati da un sistema che predilige il business ai principi di solidarietà ed accoglienza. Dai 20-35 giorni previsti per l’identificazione e la definizione di riconoscimento dello status di rifugiato si è arrivati ad un’attesa di oltre un anno.Non si può più tollerare questa drammatica situazione. Riteniamo, quindi, che il centro vada rapidamente chiuso e la gestione della prima accoglienza demandata ad associazioni in grado di assicurare un dignitoso servizio, rispettoso della dignità di ogni essere umano. Chiederemo – conclude – ai deputati nazionali e regionali del Partito Democratico di impegnarsi affinché si arrivi rapidamente ad una soluzione che ponga fine ai soprusi subiti dagli immigrati”.

Al centro di Mineo si diffonde il panico. Segnala Giuseppe Mistretta: “I negozianti abbassano le saracinesche”.

La polizia in assetto antisommossa impedisce ai manifestanti l’ingresso al centro storico cittadino.

Pippo Belluardo della Rete Antirazzista catanese attraverso la pagina ufficiale del movimento fa sapere: “Arrivano voci preoccupanti dal CARA di Mineo. La protesta di ieri con blocchi stradali e migranti che non sono rientrati in struttura è continuata anche stanotte. A quanto pare i migranti hanno occupato il centro e buttato fuori tutti gli operatori. I blocchi della polizia partono da 20 km prima della struttura. Pare che anche l’accesso da Caltagirone alla Catania-Gela, SS 417, sia impedito. Da Catania – si legge ancora nel post – non abbiamo possibilità al momento di andare. Se qualcuno fosse in zona ci faccia avere notizie”.

In segno di protesta i cittadini di Mineo hanno occupato l’aula consiliare.

Antonio Malafarina, deputato all’Ars, interviene sulla vicenda. “La situazione è diventata inaccettabile – afferma a LivesiciliaCatania – in particolare quella che si è creata nella zona limitrofa al Cara, con il blocco delle strade che hanno isolato le comunità dell’area. Per questo – aggiunge – preannuncio un’interrogazione parlamentare attraverso i canali istituzionali, per accertare le responsabilità e verificare la compatibilità di una concentrazione di persone che mettono a rischio la sicurezza dei cittadini”.

Il comunicato del Cara. “Non si può permettere a poco più di un centinaio di migranti su oltre quattromila (meno del 5%) di distruggere il lavoro svolto a favore dell’integrazione e dell’accoglienza nel territorio e della comunità del Calatino.” Il presidente e il direttore del Cara Mineo sono concordi nel condannare gli episodi di violenza che sono seguiti alla manifestazione di ieri. Come pure nell’esprimere solidarietà alle forze dell’ordine impegnate nel difficile compito di contenere gli animi da entrambe le parti. “Comprendiamo i sentimenti dei cittadini di Mineo che si vedono minacciati, ma se isoliamo quei 70 soggetti che hanno fatto una incursione in paese, i menenini sanno bene che i migranti del Cara non rappresentano un pericolo per la comunità.”

“Era una manifestazione annunciata, ma voleva essere soprattutto una manifestazione pacifica per porre all’attenzione del governo alcune rivendicazioni da parte dei richiedenti asilo – dice il presidente del Consorzio Cara Mineo, Paolo Ragusa – La principale richiesta, ormai lo sanno tutti, riguarda la possibilità di accelerare l’iter della domanda di asilo, per cui molti aspettano 12 o 18 mesi, le altre sono relative ad una verifica sul lavoro della commissione, da cui secondo i migranti stanno arrivando troppi esiti negativi, e la possibilità di una proroga per il bonus di 500 euro all’ottenimento del permesso di soggiorno, varato lo scorso gennaio dal governo.”

“Avevamo fatto una riunione la sera precedente con i rappresentanti di tutte le nazionalità presenti al Cara – aggiunge il direttore del Centro Sebastiano Maccarrone – proprio per discutere le loro richieste e scongiurare episodi di violenza, e avevamo constatato la volontà della maggioranza di manifestare pacificamente per ottenere l’attenzione dei media e del governo. Purtroppo il tentativo di isolare i pochi violenti è riuscito fino a un certo punto e siamo vicini alle forze dell’ordine e ai cittadini che hanno dovuto subire il disagio causato da pochi facinorosi.”

Alla protesta con blocco della statale Catania Gela e della Palagonia Grammichele hanno partecipato circa duecento migranti del Cara, ma anche – a detta delle forze dell’ordine – parecchi immigrati provenienti da Catania ed estranei alla struttura. Tremilanovecento richiedenti asilo invece sono rimasti al campo e molti hanno continuato le attività previste per il periodo natalizio, come la costruzione di scenografie e l’approntamento dei costumi per il presepe vivente di Mineo.

“Il presunto sovraffollamento del centro non ha nulla a che vedere – dice il direttore – con le proteste, che riguardano tutte rivendicazioni relative ai lunghi tempi di attesa. Noi cerchiamo di garantire comunque l’accoglienza, la dignità e il benessere di tutti gli ospiti che ci vengono mandati dal Ministero dell’Interno.”

“D’accordo con il Consorzio dei Comuni – aggiunge il presidente Paolo Ragusa – abbiamo comunque più volte chiesto il decongestionamento del centro, e noi favoriamo in tutti i modi il percorso della richiesta d’asilo, dell’audizione di fronte alla commissione e del rilascio del permesso di soggiorno, accompagnando i richiedenti asilo con navette e bus ed aiutandoli ad espletare le pratiche burocratiche.”

“Anche noi abbiamo interesse a diminuire il numero degli ospiti per migliorare il benessere sia dei richiedenti asilo che degli operatori nonché l’offerta di attività formative, sportive, artigianali e ricreative. – continua il direttore – L’emergenza ci ha imposto di accettare i migranti che ciò vengono mandati dalle questure anche perché altrimenti verrebbero alloggiati in container o locali non idonei, mentre qui siamo in grado di garantire alloggi riscaldati e servizi efficienti.”

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