MARSALA (TRAPANI) – “Il carcere di Trapani, in genere, viene definito non sovraffollato, e forse i numeri ci dicono che complessivamente è così, ma io, visitando insieme alla presidente della Camera penale di Marsala, l’avvocato Francesca Frusteri, il reparto Mediterraneo, quello di media sicurezza, dove ci sono più di duecento detenuti, ho trovato, cosa che non mi accadeva da tempo, una parte di carcere completamente chiusa e sovraffollata. Se andate, vi rendete conto che stanno veramente stretti“. Lo ha detto la presidente di “Nessuno tocchi Caino”, Rita Bernardini, a margine della conferenza tenuta a Marsala dopo aver visitato, ieri mattina, la Casa circondariale di Trapani.
“In genere – ha continuato Bernardini – nel carcere trapanese ci sono camere piccole con due letti a castello di due posti ciascuno, ma la cosa più grave è che stanno chiusi 20 ore al giorno. I detenuti hanno diritto solo a due ore d’aria la mattina e due al pomeriggio. Cosa che difficilmente si riscontra in altri istituti di pena. Le celle sono fatiscenti, le porte dei gabinetti con le docce sono arrugginite ed è facile ferirsi”.
“E inoltre – ha detto – non c’è aereazione perché nel bagno non c’è finestra. E sono in quattro a doverlo utilizzare. Un problema, invece, che è stato risolto rispetto all’anno scorso è quello dell’acqua, che è arrivata ancora prima dell’arrivo della nuova direttrice, ma ci hanno detto che l’acqua è di colore marrone. L’acqua calda per la doccia c’è a orari”.
“Gli spazi per i passeggi durante l’ora d’aria sono luoghi infuocati, dove non c’è nemmeno una pensilina, c’è solo il biliardino. È sospesa la possibilità di andare al campo sportivo. Con il caldo che fa in questo periodo, una vita, insomma, davvero indecente”.
Continua l’esponente radicale. “E poi con tutti i problemi che possono avere le persone. Ne abbiamo incontrate tantissime con problemi di tenuta psicologica, in alcuni casi anche psichiatrica, ma lo psichiatra viene due volte al mese, tossicodipendenti che non vedono il Sert nemmeno con il binocolo”.
Rita Bernardini ha aggiunto: “Un detenuto che viene da Catania mi ha detto che non gli è stato permesso di comprare le merendine che lui voleva regalare, durante il colloquio, ai suoi quattro figli, tutti molto piccoli. Questa è una cattiveria che non si spiega. Così è difficile mantenere il rapporto con la famiglia. Per come me l’ha detto, mi sono venute le lacrime agli occhi. È un indizio davvero preoccupante delle condizioni di detenzione”.
I numeri. “Dall’inizio dell’anno, i suicidi di detenuti sono 57 e sei quelli di agenti della polizia penitenziaria, uno dei quali proprio qui vicino, a Favignana. Noi, che veniamo dalla scuola pannelliana, da una vita lottiamo per ridurre il sovraffollamento nelle carceri, ma da quando si è insediato questo governo il numero dei detenuti, in Italia, è aumentato di 5 mila unità”.