Siamo a quattro. E’ il numero delle interrogazioni parlamentari poste, rispettivamente, dai senatori Salvo Fleres del Pdl e Felice Casson del Pd sulla morte misteriosa in carcere del giovane Carmelo Castro, avvenuta a Catania il 28 marzo 2009. Finora dallo Stato non è arrivata alcuna risposta e molti sono i punti interrogativi attorno alla vicenda, in particolar modo sulle modalità del presunto suicidio di Carmelo, avvenuto per impiccagione con un lenzuolo legato attorno a un letto a castello più basso di lui di cinque centimetri. Nell’ultima interrogazione presentata dal senatore Fleres, Garante dei diritti dei detenuti siciliani, si chiede al ministro della Giustizia Alfano di “disporre un’indagine ministeriale presso gli uffici della Procura della repubblica di Catania al fine di verificare le modalità di svolgimento delle indagini sulla morte del detenuto Castro”. Infatti il caso era stato archiviato lo scorso 27 luglio, ma a parere delle associazioni del settore vi sono “eclatanti contraddizioni e lacune presenti nell’indagine”.
A partire dal presunto pestaggio che Carmelo avrebbe subito all’interno della caserma dei carabinieri di Paternò, con tanto di pianti e urla sentite dalla sorella stessa presente nell’edificio, fino al mancato referto della visita medica obbligatoria per il primo ingresso in carcere. Potrebbe essere un nuovo “caso Cucchi” la vicenda di Carmelo. Troppe incongruenze e troppe dimenticanze. Ad esempio il ragazzo, prima di suicidarsi avrebbe mangiato il pranzo servito in carcere. Appare quantomeno strano che chi decida di mettere fine alla propria esistenza, solo pochi minuti prima, abbia appetito. Se Carmelo, come emerge dall’autopsia, ha mangiato allora il detenuto addetto alla distribuzione dei pasti è stata l’ultima persona a vederlo in vita, ma le indagini non hanno approfondito questo particolare , né gli inquirenti hanno inteso interrogare gli agenti in servizio quel giorno.
Le discrepanze riguardano anche gli orari. L’agente che trova il corpo impiccato di Carmelo ha indicato come orario le 12,20 e il medico di guardia a Piazza Lanza ha dichiarato di essere arrivato nella cella del ragazzo alle 12,35. Mentre il verbale del pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi, struttura nella quale è stato portato il corpo ormai senza vita di Carmelo, certifica come orario di ingresso le 12,30. Sono, in aggiunta, introvabili i filmati delle videocamere di sorveglianza del braccio in cui si trovava Carmelo e all’apertura della nuova indagine il legale della famiglia Castro ne ha chiesto l’acquisizione.
Il caso si è di nuovo riaperto a seguito degli esposti della famiglia Castro, che assistita dalle associazioni Antigone e A buon diritto, ha presentato un nuovo esposto nel quale si chiede di chiarire cosa è realmente successo all’interno del carcere di Piazza Lanza nei giorni in cui Carmelo vi è stato rinchiuso.