Caro carburante, l'emergenza minaccia la Sicilia - Live Sicilia

Caro carburante, l’emergenza minaccia la Sicilia e le regioni del Sud

Oggi nessun prodotto agroalimentare proveniente dall'Isola è arrivato oggi al Centro Agroalimentare Roma, il più grande Mercato d'Italia.

PALERMO – Si acuisce la crisi legata al caro carburante. Oggi nessun prodotto agroalimentare proveniente dalla Sicilia e dalla Puglia è arrivato oggi al Centro Agroalimentare Roma, il più grande Mercato d’Italia. A essere colpiti sono anzitutto le imprese agroalimentari come hanno denunciato Coldiretti ma anche Consorzio Arancia Rossa di Sicilia IGP, Cia, Confagricoltura e Fruitimprese Sicilia. E ora a paventare il rischio del blocco approvvigionamenti sono anche le istituzioni.

“La situazione che si sta determinando a seguito dell’aumento delle tariffe dell’energia elettrica e del rincaro dei carburanti sta diventando preoccupante anche in relazione alle proteste degli autotrasportatori”. Così il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga. “C’è il rischio di possibili blocchi di approvvigionamento e di circolazione delle merci, in particolar modo nelle Regioni del Mezzogiorno. Per questo motivo – conclude Fedriga – chiediamo che il Governo attivi al più presto su questi temi un tavolo di confronto con le Regioni coinvolte”.

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Niente merci siciliani e pugliesi al Car di Roma

Come detto, nessun prodotto agroalimentare proveniente dalla Sicilia e dalla Puglia è arrivato oggi al Centro Agroalimentare Roma, il più grande Mercato d’Italia, e sono a disposizione prodotti in arrivo dalla Spagna, insufficienti a soddisfare l’intera domanda, e ciò porterà ad un ulteriore incremento dei costi. Lo rende noto il Car di Roma a proposito delle ripercussioni a causa dello sciopero degli autotrasportatori e del conseguente blocco della circolazione dei tir, che già nelle prossime ore rischia di paralizzare l’intero comparto agroalimentare italiano.

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“Abbiamo disponibilità di prodotti locali, la cui distribuzione non è stata impattata dallo sciopero -commenta Fabio Massimo Pallottini, Direttore Generale del Centro Agroalimentare Roma- la situazione che abbiamo davanti rischia di far saltare le logiche dell’intera filiera agroalimentare. Gli agricoltori dovranno continuare a raccogliere i prodotti nei prossimi giorni, anche se non riusciranno a distribuirli. Allo stesso tempo la merce già raccolta e rimasta bloccata per lo sciopero, sarà destinata solamente ai mercati vicini e non alla grande distribuzione”. “I consumatori dovranno rinunciare ai prodotti italiani che arrivano dal Sud dell’Italia come ad esempio l’arancia”, conclude al direzione del Car.

Le associazioni agricole: blocchi creano danni

“Siamo di fronte ad un blocco degli autotrasporti che sta danneggiando in modo consistente l’agrumicoltura e tutta l’economia agricola siciliana e non riceviamo alcuna risposta dalle istituzioni, alle quali abbiamo già chiesto una mediazione che risolva immediatamente il problema. Per questo motivo domani dalle 10, in contemporanea con la riunione convocata dal prefetto a Catania, una rappresentanza della nostra categoria terrà un presidio davanti alla Prefettura in attesa di conoscere quali soluzioni si prospettano per non affossare definitivamente un comparto già alle prese con aumenti vertiginosi dei costi di energia e imballaggi”. Così i rappresentanti delle organizzazioni di categoria Consorzio Arancia Rossa di Sicilia IGP, Cia, Confagricoltura e Fruitimprese Sicilia.

“Abbiamo convocato gli imprenditori agricoli a presidiare davanti alla Prefettura per stigmatizzare, in sede istituzionale e non ai caselli delle autostrade, la situazione paradossale che si è venuta a creare”, aggiungono i rappresentanti del mondo imprenditoriale agricolo.

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“Il blocco indiscriminato delle merci non ci consente di competere con i nostri agguerriti concorrenti europei, le produzioni, frutto del nostro lavoro, stanno marcendo sui Tir e nelle campagne la raccolta di arance, orticole e di altri prodotti agricoli ad alta deperibilità è ferma così come è fermo il settore lattiero caseario – denunciano – Non c’è da perdere un solo attimo in più se non si vuole vanificare il lavoro di una stagione intera. Vedere il rimpallo di responsabilità tra governo regionale e governo nazionale e il balletto di vertici, riunioni e visite ai caselli della nostra classe politica ci fa rabbia tanto quanto vedere cadere le arance dalle piante senza che si riesca a farle arrivare ai canali di distribuzione dalle quali arriva grande richiesta. Chi non sta lavorando adeguatamente e tempestivamente alla risoluzione di questa assurda situazione ne dovrà rendere conto al tessuto imprenditoriale e a migliaia di lavoratori del settore che da qui a poco saranno disoccupati. I dati delle perdite causate dal blocco sono allarmanti così come allarmante e fuori controllo è l’aumento dei costi. Ci attendiamo lo sblocco immediato dei trasporti e non altre parole che a nulla servono”.

La denuncia di Coldiretti

“Il blocco dei tir sta facendo peggiorare la situazione dell’agricoltura siciliana di ora in ora”. Lo afferma Coldiretti Sicilia in riferimento allo stop del trasporto gommato che dura ormai da giorni. “In questo momento siamo in piena campagna agrumicola – aggiunge Coldiretti – Significa che c’è il lavoro di un intero anno di migliaia di persone che sarà buttato non solo perché è bloccato nell’Isola ma soprattutto perché stanno fioccando le disdette di ordini che vengono siglati con paesi esteri. In parole povere sugli scaffali della grande distribuzione organizzata non ci sarà un agrume siciliano compreso il famoso limone interdonato così come gli ortaggi tra cui il pomodoro di Pachino. Bloccando la raccolta e il confezionamento di tutte le produzioni si ferma l’intero sistema economico: la gente sta a casa”.

Per la Coldiretti le proteste contro il caro carburante “vanno fatte con le giuste modalità e il supporto delle istituzioni regionali a chi non mostra certo le regole è davvero un comportamento che dà le spalle a tutto il sistema agricolo siciliano”. “Non c’è un solo comparto che non stia subendo i contraccolpi di questa situazione. Da quello zootecnico, con latte, formaggi yogurt e animali da vita bloccati, a quello ortofrutticolo fino ai frutti tropicali su cui gli agricoltori hanno investito proprio perché esportati”, conclude Coldiretti Sicilia.

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