"Caro sindaco, si deve cambiare| noi siamo tutti uguali" - Live Sicilia

“Caro sindaco, si deve cambiare| noi siamo tutti uguali”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta scritta da alcuni dipendenti Gesip al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.

LETTERA APERTA DEI LAVORATORI GESIP
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PALERMO – “Caro Sindaco, questa lettera racchiude in sè le testimonianze disilluse di tanti di noi lavoratori Gesip. Noi lavoratori pensiamo come l’Amleto di Shakespear, ma non al “to be or not to be” bensì al “to change or not to change”.

Sì appunto, “cambiamento o non cambiamento” questo è il dilemma dei molti lavoratori Gesip. La maggioranza di noi non era né è concorde nell’accettare la cassa integrazione, comunque, avevamo riposto in Lei molta fiducia allorquando divenne Sindaco di Palermo, speravano in un cambiamento rispetto alla gestione della macchina comunale della precedente amministrazione. Ma la realtà delle ristrettezze economiche del Comune ha portato a questa tragica soluzione con la speranza che sia una fase transitoria per un rilancio futuro (avremmo comunque desiderato una fase partecipativa nella scelta di tale soluzione ma vabbé ormai il dato è tratto…). È, appunto, a questa fase transitoria che ci riferiamo quando pensiamo al “to change or not to change”; infatti, in questa nostra terra molti dei suoi cittadini hanno in sé un animo gattopardesco, sembra per che per essi sia un valore il motto della famiglia Tomasi di Lampedusa “Noi fummo i gattopardi, i leoni…”.Sì, proprio cosi, ed anche tra alcuni personaggi della Gesip, che si sentono protetti in ogni tempo, si nota tale atteggiamento, sembrano dei novelli Tancredi rivoluzionari che si sono introdotti nel sistema per mantenere il loro status quo. Si ricorda la frase “se non ci siamo noi questi qua ci fanno la repubblica”? era ed è un loro modo di pensare ed agire la potremmo definire real politik in salsa palermitana. Ci sembra, caro Professore, di vivere sulle nostre spalle la teoria dell’anaciclosi di Polibio versione anni 2000 o, forse, meglio nella teoria di Giovanbattista Vico corsi e ricorsi storici.

Corsi e ricorsi storici, dalla creazione delle cooperative, passando per il periodo di lsu/lpu, alla Gesip fino ad oggi, vi sono dei personaggi che si immedesimano, appunto, nel Tancredi del Gattopardo, ieri erano presidenti o coordinatori nelle cooperative, poi sono stati capisquadra/assistenti/coordinatori in Gesip e oggi vorrebbero mantenere il loro status quo, cioè non fare nulla. Si potrebbe dire che è un’evoluzione del trasformismo politico in un trasformismo non lavorativo.

Ma vivendo oggi nel cosiddetto ricorso storico e avendo acquisito esperienza del passato ed una maggiore consapevolezza dei nostri doveri e dei nostri diritti, (avendo accesso alla rete internet, interazione con i media e sui social network), noi oggi le chiediamo di far sentire forte la sua voce intervenendo sui dirigenti comunali affinché adibiscano i lavoratori della Gesip alla proprie mansioni, il quadro fa il quadro, l’impiegato fa l’impiegato e l’operaio fa l’operaio. Chiediamo fortemente che Lei faccia rispettare rigorosamente quanto previsto dalla delibera 61 del 30 aprile 2013 ossia che il personale Gesip non può essere preposto all’attività di coordinamento o gestione di altro personale Gesip, né tantomeno gestire le presenze del personale suddetto.

Le chiediamo un forte segnale di cambiamento, un segnale per dire che la musica e cambiata che è finita l’era del parrinu/figgiuozzi, ru zizzi e via dicendo. Per dare la certezza che tutti abbiamo eguali doveri e diritti anche coloro che non hanno né parrini, ne santi a cui votarsi e per dire ai novelli Tancredi “ca finiu amierica”. Buon lavoro signor Sindaco”.

I lavoratori Gesip.

 


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