Caso Ifi, Giuseppe Mistretta | “La Provincia è la vera vittima” - Live Sicilia

Caso Ifi, Giuseppe Mistretta | “La Provincia è la vera vittima”

A colloquio con il presidente della commissione contenziosi. “L'Amministrazione aveva il quadro ben chiaro dal 2008”. Giuseppe Mistretta (LaD) lo rivela a LiveSicilia Catania. Oggi, però, saranno i cittadini a pagare con l'aumento dell'Rca e dell'Ipt i 23milioni di euro di debiti.

CATANIA – A margine del voto a Palazzo dei Minoriti, che ha portato all’aumento delle tasse Rca e Ipt, il consigliere provinciale de La Destra e presidente della commissione “contenziosi”, Giuseppe Mistretta, ha chiarito a LiveSicilia Catania la storia del conenzioso Ifi: una sentenza da 23milioni di euro che rischia di mandare in dissesto la Provincia regionale di Catania

Perché siamo riusciti a sapere solo di recente di questo debito, solo quando la bolla è esplosa. Qual è la storia di del caso Ifi?

É un debito che nasce nel 1972. Per una truffa fatta da due impiegati della Provincia, ovviamente, scorretti, condannati penalmente. Per un Miliardo e settecento milioni di vecchie lire. Questa condanna penale avviene solo nei confronti di questi due impiegati. In realtà la Provincia è parte lesa, che è stata utilizzata strumentalmente a tale scopo criminale. E non c’entra niente con i due impiegati. E questo viene riconosciuto da alcune sentenze. Questa truffa venne fatto ai danni di una società finanziaria.

Ci sono delle responsabilità da addebitare a qualcuno?

La prima. Non ci capisce perché la Provincia non si sia costituita parte civile all’epoca. Ma questo lo riusciremo a scoprire nei prossimi giorni se riusciremo a guardare bene nelle carte. Noi stiamo studiando tutti gli atti processuali dal ’72 a oggi. Anche perché è una vicenda grave che fa saltare il banco, che chiede sacrifici enormi ai nostri cittadini. Che ci costringe a delle operazioni di recupero che noi non avremmo mai voluto fare, soprattutto non avendone la responsabilità. Quindi andremo sino in fondo nel capire perché l’Ente non si sia costituito parte civile.

La seconda?

Poi siamo arrivati all’ultima sentenza di Cassazione, che arriva di recente, nel 2011. Quello che non riusciamo a capire é perché il Consiglio lo abbia saputo così tardivamente. Noi lo abbiamo saputo solo nel 2012, quando ormai era troppo tardi. In realtà, dagli atti che stiamo visionando in commissione, l’Amministrazione aveva bel chiaro il quadro dal settembre 2008. Perché risulta agli atti della commissione contenzioso una nota dell’avvocato Mineo, indirizzata all’Amministrazione, che descriveva il quadro di gravità della situazione, e consiglia di ricorrere comunque in Cassazione, così come è stato effettivamente fatto, per tentare una proposta transattiva. É chiaro che se la proposta transattiva arriva oggi, quando c’è già un decreto ingiuntivo, un titolo esecutivo da parte della curatela, è una proposta tardiva. Oggi non ci resta altro che varare questo piano di riequilibrio, dove non basta tagliare le spese, dopo quattro anni di tagli e la diminuzione dei trasferimenti. È chiaro però che se non avessimo avuto il debito Ifi non saremmo in queste condizioni.

Voi dunque passerete come i consiglieri che aumenteranno le tasse…

Noi passiamo come la legislatura che aumenta le imposte pur non avendone le responsabilità. Anche perché, se avessimo saputo in anticipo di questo debito Ifi, avremmo proposto una transazione, avremmo spalmato negli anni precedenti il debito. Soprattutto avremmo concluso tranquillamente questa consiliatura brillante così come l’abbiamo iniziata.

 


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