Catania – L’ipotesi più che concreta che il commissario del Comune e della Città Metropolitana possa lasciare quanto prima l’incarico perché sprovvisto dei requisiti necessari per guidare i due enti, suscita preoccupazione anche nella Chiesa catanese. Soprattutto se la vicenda esplode a meno di un mese dalle festività agatine, momento nel quale due inquilini di piazza Duomo – arcivescovo e commissario – sono chiamati a lavorare spalla a spalla nell’organizzazione dell’evento emblema della catanesità.
Tant’è che monsignor Luigi Renna ha emesso un appello affinché questa fase sia gestita dalla Regione nella maniera meno traumatica possibile. Eccolo: “La scelta del presidente della Regione Siciliana assicuri stabilità, trasparenza, equidistanza dalle posizioni delle varie parti politiche, autorevolezza ed efficienza a cominciare dai progetti che sono stati già avviati”, scrive l’arcivescovo di Catania.
“I recenti avvenimenti – continua Renna – inducono la nostra Chiesa a dire una parola per auspicare che tutte le parti Istituzionali coinvolte possano trovare una via per arrivare a una soluzione condivisa del problema. Infatti, il clima di incertezza istituzionale, che si è creato alla diffusione della notizia complica ulteriormente le molteplici criticità che rendono problematica la qualità della vita della nostra Città”.
“Senza entrare in merito ad una questione nella quale il Presidente della Regione si deve pronunciare – aggiunge l’arcivescovo – vogliamo ribadire che la ricerca del vero bene comune deve stare a cuore a tutti coloro che hanno responsabilità politiche e istituzionali. Essa deve costituire anche un impegno preciso per tutta la società civile, chiamata a partecipare attivamente al rilancio della Città.
“Nei prossimi mesi – sottolinea Renna – ci attendono sfide importanti, quali le prossime elezioni amministrative, e i progetti per il Pnrr. Bisogna cooperare “insieme” per alimentare la speranza e per creare le condizioni per un futuro sereno per tutti, in particolare per i molti giovani che fuggono da Catania, per le tante famiglie che non sanno come andare avanti, a causa della crisi, determinata prima dalla pandemia e poi dalle conseguenze globali della guerra scatenata nella martoriata Ucraina”.
Le parole dell’arcivescovo richiamano all’ordine tutti i componenti della classe dirigente catanese. “È urgente – conclude – che si mettano in campo scelte politiche lungimiranti e di alto profilo, nella competenza e nella moralità, perché la nebbia che avvolge Catania si possa diradare e la Città possa rialzarsi e stare in piedi”.