SIRACUSA – Al via le audizioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Emanuele Scieri: verrà ascoltata Isabella Guarino, la madre del parà siracusano assassinato all’interno della caserma Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999 forse al culmine di un atto di nonnismo finito tragicamente. Dopo la ratifica degli organi della commissione, dunque, con l’elezione a presidente di Sofia Amoddio (Pd) e a vicepresidente di Stefania Prestigiacomo (Fi), comincia domani il lavoro vero e proprio del nuovo organismo parlamentare che dovrà stabilire, dopo 17 anni, quanto la magistratura non fu in grado di stabilire.
Pur arrivando alla conclusione che si trattò di omicidio, la Procura di Pisa non riuscì a mandare nessuno sotto processo. Nulla di fatto decretato pure dalle procure militari e civili, quest’ultima nel 2010 respinse pure l’istanza di risarcimento presentata dalla famiglia nei confronti di ministero della Difesa, vertici della caserma e ufficiali in servizio la notte della tragedia. L’ufficio di presidenza della commissione parlamentare ha stabilito che domani verranno ascoltati la mamma di Emanuele, Isabella Guarino, “una donna tenace – dice Amoddio – che non ha mai smesso di lottare”, e Carlo Garozzo, rappresentante del comitato Verità e giustizia per Lele, nato nei giorni successivi alla morte dell’allora 26enne siracusano e che modificò l’impatto dell’episodio sull’opinione pubblica.
La commissione d’inchiesta ha nel suo statuto la stessa durata di questa legislatura. Non è escluso che prima o poi venga ascoltato pure il testimone “chiave” dell’inchiesta che svolse la Procura di Pisa, quello Stefano Viberti, commilitone di Scieri, che fu l’ultimo a vedere il ragazzo siracusano in vita. Ancora nel 2014 l’ex procuratore di Pisa Enzo Iannelli, in quel momento giudice in Cassazione, in un’intervista al Tirreno raccontava su Viberti: “Una sera, durante un interrogatorio durato ore, stava per cedere. È stato un attimo, gliel’ho letto negli occhi. Poi si è ripreso e non ha più detto niente di utile alle indagini”. Non è ancora in programma: “Tutto quello che sarà in programma – dice Amoddio – lo decide l’ufficio di presidenza, che decide di volta in volta. La commissione, per statuto, può sentire chiunque, sulle decisioni prese dall’ufficio di presidenza. Ha gli stessi poteri della magistratura, può sentire in audizione o testimonianza persone di allora o persone nuove che siano a conoscenza dei fatti. Non abbiamo ancora deciso chi ascoltare – aggiunge – posso solo dire che la commissione è intenzionata a sentire alcuni testi che riterrà utili”.
Amoddio assicura ancora: “La commissione acquisirà i documenti ufficiali e farà un lavoro dettagliato di ricostruzione su quanto è avvenuto nella caserma Gamerra di Pisa dove il 16 agosto 1999 è stato trovato morto il parà siracusano. Una morte avvenuta in un luogo ristretto e molto controllato e che, tuttavia, deve trovare ancora spiegazioni credibili: reticenze e omertà sono emerse nello svolgimento delle indagini della magistratura civile e militare. Quando lo Stato giudica lo Stato – aggiunge Amoddio – spesso abbiamo avuto sentenze zoppe, archiviazioni, omissioni imbarazzanti. Abbiamo fortemente voluto questa indagine perché non può essere tollerato che qualcuno possa morire in circostanze misteriose all’interno di un presidio dello Stato, nell’indifferenza e nella mancata assunzione di responsabilità”. Già nei giorni seguenti l’istituzione della commissione d’inchiesta Lele Scieri, lo scorso novembre, anche dal ministero della Difesa arrivarono dichiarazioni, non attribuibile al ministro, di collaborazione: “Il ministero della difesa assicura la massima collaborazione alla commissione parlamentare. La signora Scieri ha avuto modo di constatare attraverso colloqui la disponibilità massima alla trasparenza e alla ricerca della verità”.