CATANIA – Una sentenza in mano, il sostegno del governo nazionale e un cronoprogramma che punta a evitare, per la seconda volta, che Catania vada in dissesto. La partita del bilancio si gioca tra le stanze dell’assessore al Bilancio Giuseppe Marletta e del presidente del consiglio comunale Seby Anastasi, che si affacciano sul Liotru. Occhi puntati anche e soprattutto su Roma. Lo scopo è evitare il nuovo dissesto
Quei duecento milioni di euro di debiti
Se le passività dovessero confluire in un bilancio ordinario, il secondo dissesto sarebbe inevitabile. Non sono più i tempi del buco da un miliardo di euro, ma è ancora presto per ritenere che un secondo default non sia possibile. L’assessore Giuseppe Marletta, però, è ottimista: “Una sentenza prevede che i Comuni non vadano nuovamente in dissesto, ma restino in questo stato fino a quando non smaltiscano tutta la passività”.
Il nodo dei creditori
L’assessore ha già verificato lo stato delle casse. I debiti ammontano a “200 milioni di euro”. Alcuni imprenditori non hanno accettato di rinunciare a parte dei crediti e potrebbero, dopo la conclusione della procedura, battere cassa per l’intero importo vantato, mandando all’aria il bilancio, attualmente “in equilibrio”. “Confidiamo – aggiunge l’assessore – in una nuova normativa e nella possibilità di eliminare tutta la massa passiva per non avere refluenze nel bilancio ordinario”. Il governo ha dato qualche segnale. “Già c’è stato un provvedimento che stanzia somme per i Comuni in dissesto e in predissesto”, continua l’assessore, che sta seguendo anche i lavori dell’Anci: “In particolare provvedimenti in fase di attuazione che dovrebbero prevedere la possibilità per gli enti in dissesto di completare il pagamento dei residui di massa passiva”.
Nuovo bilancio preventivo e prospettive
Proprio oggi arriverà in un giunta una delibera di indirizzo, per il bilancio 2024/2026. “Siamo in regola – conclude l’assessore Marletta – il termine è il 15 settembre ed entro fine mese approveremo anche il rendiconto 2022. Poi continueremo a lavorare per il risanamento di Catania”.