Sono tornati in sede scossi, bagnati fradici e con un peso nel cuore. Hanno cercato di salvare un uomo, travolto, forse, da un malore e sicuramente dalla furia dell’acqua, nell’inferno di Catania. Si sono lanciati nella tempesta senza pensare alle conseguenze. Non sono riusciti nel miracolo, nonostante l’abnegazione. Loro sono Lorenzo e Fabio, con altri, gli eroi dell’alluvione.
Sono momenti concitati quelli che si raccontano e che vedono tra i protagonisti i volontari della ‘Misericordia’ di Gravina. Frammenti repentini d’azione. Sta cadendo una valanga d’acqua. Lorenzo e Fabio, con un Doblò, stanno rientrando, con cautela, in sede, dopo un servizio di trasporto di persone diversamente abili. Qualcuno li ferma. Qualcuno grida. Piove e non si capisce niente.
Fabio e Lorenzo non ci pensano un attimo. Escono dal furgone, si precipitano in strada e si trovano davanti qualcosa che mai avrebbero voluto. C’è un uomo incastrato sotto una macchina. I due soccorritori, con altri che intervengono coraggiosamente, tirano fuori quel corpo dall’incastro di lamiera e fango. Sono ragazzi del servizio civile, sanno come comportarsi. E anche chi li aiuta è un eroe. Cominciano le manovre di rianimazione, mentre viene allertato il 112, il numero dell’emergenza.
Purtroppo, non c’è niente da fare. Gli eroi dell’alluvione non si arrendono subito. Provano e riprovano ancora. C’è un video che racconta tutto, con una voce fuori campo che fa il tifo per la salvezza, per quei piedi che sono accorsi, per quelle braccia che cercano un po’ di paradiso nell’inferno. Arriva l’automedica. Si constata il decesso. I due ragazzi tornano alla base. Chi li ha visti dice che erano affranti, sconvolti. Succede agli eroi, quando si tolgono l’uniforme, la forza di chi è sempre disponibile, e vengono presi in pieno da un temporale di dolore.