Catania, dai conti al "tavolo degli affari": l'affondo di Caserta

Catania, dai conti al “tavolo degli affari”: l’affondo di Caserta

Le parole del capogruppo Pd con, sullo sfondo, l'esame del Dup
IL MOMENTO POLITICO
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CATANIA – “Non c’è molta differenza da quello precedente, anche i refusi sono rimasti, le sciatterie sono rimaste”. Maurizio Caserta, capogruppo del Pd a Palazzo degli Elefanti, demolisce il Documento unico di programmazione, approdato in aula giovedì in una seduta di fuoco, e che tornerà in consiglio per il voto lunedì prossimo. 

“I dati sono gli stessi del precedente documento – dice Caserta – ad esempio, per quanto riguarda l’aeroporto. Non ci sono neanche preoccupati di aggiornarlo. Piccola cosa, certo, ma è la misura della considerazione che questo documento riceve, che è scarsa”.

Un atto “privo di una visione del futuro”, per l’esponente dell’opposizione. “Te l’aspetti nel documento di programmazione triennale che è il quello principale nel quale l’amministrazione dice cosa vuole fare e con quali risorse raggiungere gli obiettivi – aggiunge. Un documento di 500 pagine e manca il disegno”.

Il dissesto 

“Ad esempio, manca una seria riflessione su quello che sarà il passaggio dalla fine del dissesto al nuovo corso – spiega l’esponente del Pd. Nel Dup si parla semplicemente di un fondo per eventuali debiti che resteranno in pancia all’amministrazione al termine dell’azione dell’organismo straordinario di liquidazione. Mi sarei aspettato qualcosa di più ampio respiro, manca tutta la parte economica”.

Il documento di programmazione finanziaria di Palazzo degli elefanti è relativo all’anno 2025-2027, quando il Comune dovrebbe essere uscito definitivamente dalla procedura di dissesto. “Non è indicato come si possa generare una finanza sana – prosegue – come generare maggiore riscossione. Non c’è alcuna informazione sulla raccolta più ampia dei tributi; siamo al 60% di riscossione sul totale del dovuto e non mi pare ci siano risultati quest’anno”.

La seduta di giovedì 

Caserta torna al consiglio comunale di giovedì scorso, durante il quale opposizione e maggioranza hanno stigmatizzato la richiesta di posticipare la seduta, pervenuta dalla Ragioneria. E contestato le norme procedurali.

“C’è gran confusione di date, di strumenti procedurali, che hanno fatto scoppiare il caos – dice in riferimento alle osservazioni che il consiglio può presentare e che vanno poi inserite nel documento da votare entro il 30 settembre”. Data quest’ultima stabilita dal regolamento comunale. E parla ancora di “sciatteria” nell’approccio dell’amministrazione.

“È semplicemente un adempimento legale un po’ confuso – afferma. Non ho sentito in aula una linea di politica economica, perché di questo stiamo parlando”.

La relazione del sindaco

La discussione sul Dup arriva pochi giorni dopo la relazione del sindaco al consiglio comunale che ha visto Maurizio Caserta molto critico. “Bisogna riconoscere che, a differenza del passato, questo sindaco è attento all’aula – premette -. Non fa mancare la sua presenza, il suo giudizio. Al di là di questo, il mio giudizio politico è fortemente negativo e legato all’incapacità che questo governo della città ha di essere all’altezza delle questioni vere.

Esiste un disegno di sviluppo della città? La risposta è no se si guarda il Dup o la relazione del sindaco. C’è una lista di linee di mandato ma non si coglie mai un disegno”. 

Secondo il professore, inoltre, mancherebbe un’analisi vera degli ostacoli allo sviluppo della città. Il sindaco e tutta la sua maggioranza hanno uno slogan: il problema è il catanese, che è incivile – tuona Caserta -. Non si può genericamente dire che il cittadino catanese è incivile: o si traccia il profilo di questo cittadino, povero e poco istruito. oppure lo si individua anche nelle professioni e nelle istituzioni. Se si vuole essere credibili, non ci si può limitare a stigmatizzare i disgraziati, il target non è quello giusto e non è l’unico”. 

“Il tavolo degli affari”

E ancora cimitero, urbanistica, supermercati: il consigliere torna poi su altri elementi che aveva evidenziato in aula in occasione della relazione del sindaco. “Manca una capacità di governare gli interessi – ribadisce -. La città va avanti per l’azione di alcuni soggetti che sono in grado di condizionare di più.

Dappertutto funziona così, il tavolo degli affari che il sindaco nega c’è dappertutto – prosegue – ma qui l’intreccio è politica, affari e criminalità. Negarlo è ipocrita o ingenuo. Proviamo a governare questo intreccio, per orientare le cose verso il bene. Ci saranno grossi lavori al porto, all’aeroporto, in corso Martiri della Libertà. Si parla di uno stadio nuovo.

Queste sono cose che possono imprimere una spinta, positiva o negativa alla città, in termini di economia. Non le piazze, non le strade. C’è una incapacità di gestire i nuclei di interessi di fronte a questi progetti così importanti, a cose che potrebbero fare fare il salto di qualità alla città”. 

Il salto di qualità

Governarli, questi interessi, riuscendo ad agire per la città e i suoi abitanti, sarebbe ciò che il primo cittadino dovrebbe fare, secondo l’esponente dell’opposizione. “Il salto di qualità che nessun sindaco è riuscito a fare – dice -: se si vuole veramente generare un cambiamento, e Trantino sicuramente ha voglia di generare il cambiamento, la strada è sbagliata perché non si incide sul futuro della città solamente invitando i catanesi a comportarsi meglio. Ricorda un sermone, il sindaco deve agire con atti amministrativi.

Non ho dubbi sulle sue buone intenzioni – conclude – ma penso che la politica che ha messo in campo sia frammentata, di corto respiro e non credibile proprio perché non guarda ai gangli di interessi che ci sono nella città e che ne posso condizionare il futuro”.

Quanto al Dup, “Non penso lo voteremo”. 


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