Catania, cortocircuito rifiuti: polemiche su tutti i fronti - Live Sicilia

Catania, cortocircuito rifiuti: polemiche su tutti i fronti

L'emergenza che pare non finire mai: tra satira, richieste di dimissioni e un'uscita sanzionata da destra a sinistra. Sembra un film, ma non lo è

CATANIA – Sotto quintali di cenere vulcanica e tonnellate di acqua riversata in città, gratta gratta, l’emergenza è sempre lì. Perché ce n’è una che non molla mai e si fa fatica a nascondere (non fosse altre che talvolta galleggia). No, non è il traffico (anche se…). Si tratta di rifiuti. Montagne di rifiuti. Roba che, a Roma, Virginia Raggi s’è giocata la capoccia. 

Diego Bianchi

Ma la propaganda è Propaganda! Anzi, è stato proprio Diego Bianchi (conduttore del Live satirico di La7) a far vedere a tutta Italia che, tra le pieghe dell’alluvione e del Medicane (risultato poi meno terribile del previsto), anche Catania di monnezza sopra e sotto i tappeti ne ha parecchia. 

Un eterno ritorno dell’uguale che farebbe impazzire nuovamente Nietzsche e il suo Zarathustra. Sia che governi la destra che la sinistra. Infatti a Catania c’è chi per disperazione è uscito dai binari e ha perso il filo. Può succedere! Soprattutto se la questione è annosa e l’ultima speranza consiste in un lembo di parete da trovare per andarci a sbattere la testa e far venire fuori un’idea. Che sia buona, però.  

Il caso Zappalà

In consiglio comunale intanto è tutta una presa di distanza. “In riferimento – si legge in una nota bipartisan – alle affermazioni riportate su Facebook del vice presidente del consiglio comunale di Catania Lanfranco Zappalà di ‘sotterrare temporaneamente i rifiuti sulle strade, in grandi fosse lontano dalla città’, il presidente del consiglio comunale Giuseppe Castiglione, l’ufficio di presidenza, i capigruppo di maggioranza e minoranza, nel dissociarsi del tutto da tale considerazioni evidenziano che non vi è alcuna proposta consiliare in merito e che pertanto la stessa è da considerare un’iniziativa estemporanea dello stesso consigliere, riferita solo sul social network e del tutto estranea ai lavori dell’assemblea cittadina”.

La toppa però è peggiore del buco. Sarebbe stato molto meglio che la “provocazione” di Zappalà fosse stata lasciata alla competenza esclusiva del tribunale dei social. Smentendola è stata invece rilanciata e ufficializzata. Intanto fuori è tutta un’altra storia. Ci vorranno altri cinque giorni ancora affinché l’immondizia possa essere raccolta tutta e la differenziata avviata finalmente in tutti i quartieri catanesi. L’annuncio è arrivato oggi dal sindaco Salvo Pogliese, che – tra gli altri – ha convocato a Palazzo la prefetta e Daniela Baglieri, l’assessora regionale all’Ambiente. 

Le dimissioni

Al tavolo c’era anche il leghista Fabio Cantarella, l’assessore comunale entrato nel mirino del Partito democratico, che ne ha chiesto pubblicamente le dimissioni. Nel cortocircuito generale, però, la richiesta pare sia sfuggita ai più. “Perché, quand’è successo?”, ci dice un alto dirigente del Carroccio etneo. Ma non sono i soli a non aver avvistato la nota dei dem. Una distrazione forse figlia delle festività. 

Nel cortocircuito generale, un dito nell’occhio dell’amministrazione catanese arriva da un sindaco etneo di centrodestra e per di più “federato” con la Lega. Un dito che fa male. L’autonomista Filippo Privitera, sindaco di Camporotondo, tra il serio e il sarcastico non le manda di certo a dire. 

Il dito nell’occhio

Eccolo: “Scopriamo quindi che l’emergenza rifiuti a Catania secondo l’Amministrazione Comunale sia determinata dalla discarica satura e al pari dai conferimenti abusivi di alcuni residenti dei comuni dell’hinterland – scrive su Fb – E questo secondo motivo lo si scrive senza alcun supporto probatorio, accusando con degli indizi per una prassi che andrebbe invece sanzionata individualmente dal Comune vittima di scarichi e che scopriremo più in avanti essere talmente marginale da richiederne scuse formali”.

Secondo dito nell’occhio. “Con ciò – dice Privitera – invito quegli ultimi cretini residenti nei paesi che usano i cassonetti di Catania per la viltà di non differenziare porta a porta nel comune di residenza a non farlo per non dare alibi fondate su poche condotte irregolari per farle diventare problemi principali, non dimenticando i residenti di Catania che scaricano nelle strade dei paesi i loro rifiuti”. 

La radiografia del problema, quella seria, arriva solo alla fine: “Le emergenze, quelle vere, hanno due soli nomi: impianti insufficienti e mancata differenziata. Il resto – conclude Privitera – è una scusa”. Ciò detto, il cortocircuito è ancora tra le strade di una città che – sarà un paradosso – sembra più che mai brulicare di turisti. A cui forse – chissà – Catania piace proprio così: in versione esotica. 


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