CATANIA – Le strade del Catania e di Pablo Cosentino sembrano ormai prossime alla separazione. Il rapporto tra il patron Pulvirenti e l’argentino, arrivato in società nel maggio del 2013 in qualità di nuovo vice-presidente e divenuto un anno dopo l’amministratore delegato rossoazzurro, si sarebbe incrinato a tal punto da rendere inevitabile l’addio dell’ex agente Fifa, al termine del campionato o addirittura a stagione in corso. Secondo alcune indiscrezioni raccolte dalla nostra redazione, infatti, Cosentino non godrebbe più del pieno appoggio della società etnea, in primis del presidente Antonino Pulvirenti, il quale lo ha protetto in più di una circostanza dagli attacchi dell’ambiente, difendendolo a spada tratta persino con altri tesserati del Catania. Non c’è dubbio sul fatto che questa situazione porterà quasi certamente a diversi cambiamenti in seno alla società, a cominciare dal settore tecnico, visto che Cosentino ha contribuito, in questi ventuno mesi di collaborazione, all’arrivo di diversi giocatori e membri dello staff, allenatori compresi.
Il dirigente argentino pagherebbe i pessimi risultati conseguiti dal Catania sul campo nelle ultime due stagioni, con la squadra che è passata fin troppo rapidamente dallo splendido ottavo posto conseguito in serie A nel 2013 (stagione che ha preceduto l’arrivo di Cosentino, ndr) al rischio di terminare l’annata in corso con una clamorosa discesa negli inferi della Lega Pro, con in mezzo la retrocessione dalla A alla B, figlia dello scarso rendimento di alcuni uomini-chiave e di una traballante gestione tecnica. Oltre a Cosentino, a pagare dazio potrebbe essere anche Diego Caniggia, fratello del più celebre Claudio e direttore dell’organizzazione sportiva del club rossoazzurro, arrivato anche lui in Sicilia assieme all’attuale amministratore delegato.
Un personaggio, Pablo Cosentino, che non sempre ha operato con il sostegno dell’ambiente catanese. Non bisogna tornare molto indietro per ricordare la feroce contestazione di un nutrito gruppo di ultras del Catania, che in una notte di metà dicembre riempì piazza Dante per manifestare il proprio dissenso nei confronti dell’operato della società. Persino un personaggio solitamente moderato come Beppe Sannino, dopo i numerosi alterchi con lo stesso Cosentino, si convinse a rassegnare le dimissioni alla fine del 2014 dopo aver provato, in poco più di tre mesi, a rimettere in carreggiata una barca che in più di un’occasione ha rischiato, e rischia tuttora, la deriva. E non è da considerare un caso, il fatto che Pulvirenti abbia affiancato alla figura di Cosentino quella di Daniele Delli Carri, un direttore sportivo che ha ridimensionato l’influenza dell’amministratore delegato in sede di calciomercato. Il lavoro dell’ex ds di Pescara e Genoa è stato di ottima fattura, considerando i nove volti nuovi, in gran parte italiani e dal grande bagaglio di esperienza nel campionato cadetto, portati alla corte di mister Marcolin.