Catania, il dossier "Corso dei Martiri" approda in consiglio

Catania, il dossier “Corso dei Martiri” approda in consiglio comunale

Il documento e le proposte
PALAZZO DEGLI ELEFANTI
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CATANIA – La riqualificazione del quartiere San Berillo. Ovvero: come risolvere l’incompiuta di corso dei Martiri? Il dossier è questo e Catania se lo trascina da tempo. Mercoledì mattina, il consiglio comunale si riunirà in seduta straordinaria per affrontare il caso della ferita che da 55 anni squarcia il tessuto urbano cittadino.

La seduta è stata richiesta dal cinque stelle Graziano Bonaccorsi. Un appuntamento – manco a dirlo – atteso da tempo, reso necessario dal fatto che il parcheggio di piazza della Repubblica non si farà (non ora, almeno: non alle condizioni attuali).

Le proposte

Il nostro giornale ha intercetto il documento con le proposte e le riflessioni di Volere la Luna, associazione civica e centro di elaborazione che, a giugno scorso, ha sottoscritto un patto con il Partito democratico e i cinque stelle affinché sul corso le cose siano messe in chiaro. Un pungolo-critico per l’amministrazione guidata da Enrico Trantino.

Il parcheggio multipiano

Lo stallo sul parcheggio che i proprietari delle aree dovrebbero realizzare. Ecco alcuni spunti e idee.

“Il costo del parcheggio multipiano di piazza della Repubblica, sulla base dei prezzi (non aggiornati) del 2018, nel progetto esecutivo consegnato al Comune era stato valutato in 14,8 milioni di euro. Oggi quel progetto, prima di essere messo a base di una gara d’appalto, deve essere aggiornato per adeguarlo sia alle nuove normative antisismiche che ai prezzi attuali”.

“Ma perché – scrivono – attendere che siano i privati a farlo? È ormai acclarato che questi hanno interesse a non farlo. Non potrebbe provvedere il Comune tramite i suoi uffici tecnici? Certamente sì. Il costo aggiornato, che dovrebbe poi costituire la base d’asta per la gara d’appalto, potrebbe così essere valutato con esattezza (oggi potrebbe avvicinarsi ai 20 milioni di euro)”.

E ancora: “Secondo quanto stabilito chiaramente dalla legge e dalla convenzione del 2012, prima dell’emanazione del bando di gara i privati devono fornire una fideiussione di garanzia per un importo pari a quello valutato nell’aggiornamento del progetto. Fideiussione che il Comune potrebbe incamerare senza difficoltà in caso di inadempienza. Se, come hanno già dichiarato, non sono disponibili a farlo l’inadempienza rispetto alle condizioni della convenzione è palese”.

La qual cosa – continuano – autorizzerebbe il Comune a intraprendere le vie legali per ottenere un indennizzo di importo pari al costo attuale di realizzazione del parcheggio. Una simile richiesta di indennizzo, per un importo che presumibilmente si avvicina ai 20 milioni di euro, consentirebbe al Comune di avviare con i proprietari dei terreni una trattativa per giungere a una modifica degli accordi precedenti e della relativa convenzione. Questa volta però, diversamente dal solito, il Comune potrebbe trattare da una posizione di forza e far valere al meglio l’interesse della città”.

È fuor di dubbio – scrivono ancora – che l’ipotesi di lasciare ai privati la totale disponibilità delle aree presenta il grave rischio – visti i 55 anni di inerzia – che qualunque progetto rimanga inattuato. Ma anche espropriare tutto è una strada irta di difficoltà: per poter programmare un intervento pubblico si dovrebbe prima ottenere, per via giudiziaria, l’annullamento della convenzione del 2012 per inadempienze contrattuali, procedura che comporterebbe certamente tempi lunghi”.

La seconda domanda

Ecco allora che Volere la Luna si pone una seconda domanda. “Si può allora provare a raggiungere un nuovo accordo con i privati per ottenere, in tempi brevi, una soluzione equa? Quali dovrebbero essere i contenuti?”

Il ragionamento è complesso. “Se il Comune rinuncia all’indennizzo che gli spetterebbe per l’inadempienza contrattuale dei privati – premettono – il valore del parcheggio multipiano che non si realizza (probabilmente vicino ai 20 milioni di euro) dovrebbe essere conteggiato come un debito dei proprietari dei terreni a favore del Comune”.

Il valore totale dei terreni di proprietà privata in quella zona, tenendo conto dell’attuale situazione di crisi del mercato immobiliare, non sarebbe di molto più alto di quel debito. Questo giustificherebbe una transazione in cui i privati possano realizzare alcune opere di loro interesse e cedere, per perequazione, i restanti terreni al Comune per potervi realizzare opere di pubblica utilità”.

L’area verde

Che sia proprio questa la soluzione che mette tutti d’accordo? “Si potrebbe quindi ipotizzare un progetto complessivo – continuano – in cui gran parte delle aree sia destinata a parco, con poche edificazioni necessarie per definirne architettonicamente i margini dove necessario. Sarebbe, insieme, polmone verde per il riequilibrio climatico e per la fruizione dei cittadini e area utile per le necessità di protezione civile in caso di sisma. L’accordo consentirebbe ai privati di avere un ritorno economico realizzando alcune opere di loro interesse (ad esempio, quelle da loro stessi già indicate in alcune conferenze di servizi negli anni passati: albergo e stazione autolinee) e al Comune di ottenere la proprietà dei restanti suoli su cui, finalmente, poter programmare la sistemazione urbanistica della zona”.

Oltre corso dei Martiri

Invertire la rotta e rendere il corso dei Martiri volano di sviluppo per un’area ben più ampia. “Estendendo l’attenzione alle zone circostanti della città, si può facilmente immaginare come la riqualificazione della zona di corso Martiri della Libertà può essere strumento di rigenerazione per tutte le aree storiche circostanti e, perché no, anche per fare un passo avanti nella riconquista del rapporto fra la città e il mare. Infatti la riqualificazione del corso Martiri potrebbe anche non fermarsi a piazza Giovanni XXIII, bensì estendersi fino alla scogliera dell’Armisi, oltre i binari della stazione ferroviaria. Infatti, in passato FF.SS. si era dichiarata disponibile a cedere al Comune il fascio degli ultimi otto binari di stazione, quelli più vicini al mare, pressochè inutilizzati”.

“Quest’area, già da subito, potrebbe essere utilizzata come area attrezzata per il tempo libero e lo svago, nonché per la fruizione del mare in corrispondenza della scogliera dell’Armisi, oggi inaccessibile, collegandola a piazza della stazione e al centro fieristico “Le ciminiere” con un sistema utile all’attraversamento pedonale che consenta di sovrapassare i binari che devono restare in funzione per il servizio ferroviario fino a quando non sarà interrata la linea ferroviaria”.

Catania e il mare

L’auspicio finale di Volere la luna passa da una visione che è incastonata anche all’interno dell’atto d’indirizzo del Piano urbanistico generale (Pug), ma da una prospettiva politico-filosofico opposta. “Chissà – concludono – che non si possa finalmente vedere restituita alla città una zona che è rimasta condannata al degrado per 55 anni coinvolgendo nello stesso destino anche le zone circostanti. Forse è proprio il momento giusto”.


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