CATANIA – Palermo detta i tempi, Catania segue. Finché non si definiranno i passaggi formali che porteranno all’insediamento della nuova Assemblea regionale siciliana, anche nell’aula consiliare di Palazzo degli elefanti non si muoverà foglia. Il presidente del senato cittadino Giuseppe Castiglione è stato eletto deputato con la lista Popolari e autonomisti: lascerà il suo scranno etneo per occuparne uno palermitano. Ma le sue dimissioni sono legate all’insediamento all’Ars, lo dice lui stesso, quindi i tempi si allungano. E parimenti si allunga l’attesa per il nuovo presidente del Consiglio etneo.
Qualche settimana fa, nei corridoi del municipio i toni erano più accesi. Si lasciava intendere che per l’elezione del sostituto di Castiglione ci sarebbe stata un’altra guerra, come quella che si era consumata per la vicepresidenza. Si facevano i conti, si sommavano i voti. Adesso, venti giorni dopo, il clima è cambiato e i consigli sembrano essere più miti. “Tutti gli equilibri vanno visti in chiave regionale – dice chi ne sa – Da quello che succede a Palermo dipenderà quello che succede a Catania”. La soddisfazione, cioè, del centrodestra.
L’auspicio di molti è che il nome per la presidenza del Consiglio comunale di Catania si trovi durante una pacifica riunione di maggioranza, durante la quale trovare una linea unitaria. La sintesi sarebbe da trovare tra i lombardiani dell’Mpa e i fedelissimi dell’ex sindaco e oggi senatore Salvo Pogliese. Gli autonomisti vantano il diritto di prelazione sulla carica di presidente del Consiglio: Castiglione è autonomista, sostituirlo toccherebbe a uno dello stesso partito. I pogliesiani ricordano lo smacco dell’elezione per il vicepresidente, quando il braccio di ferro era stato così violento da richiedere tre sedute e parecchi scontri verbali, quindi perché darla subito vinta ai lombardiani?
In pole position per l’elezione, com’è ormai noto, c’è il capogruppo di Grande Catania, e presidente della commissione Servizi sociali, Sebastiano Anastasi. Spesso maestro nella capacità di mettere dalla stessa parte maggioranza e opposizione in nome di un buon lavoro per la città, Anastasi potrebbe contare sul sostegno non solo dei suoi, ma anche di buona parte della minoranza consiliare. Sembra, infatti, che sul lato sinistro dell’aula non ci sia la volontà di esprimere un nome da lanciare nell’agone. In fondo, si tratterebbe di una carica da ricoprire solo per pochi mesi. Così l’avversario di Grande Catania potrebbe arrivare dal perimetro della maggioranza: si vocifera che Luca Sangiorgio possa essere un’ipotesi in campo. Sangiorgio non sarebbe, però, l’unico nome papabile nella rosa di Fratelli d’Italia.
Il tempo per trovare la quadra, comunque, ancora c’è. I catanesi sembrano al momento contagiati dalla proverbiale calma dei palermitani. La quiete talvolta precede la tempesta, in questo caso sembra essere sintomo di un’attesa che non si sa quando finirà.