Eurospin Sicilia si espande in Calabria e fa gola alla 'ndrangheta

Eurospin Sicilia si espande in Calabria e fa gola alla ‘ndrangheta

I retroscena che hanno portato all'amministrazione giudiziaria per un anno del colosso con sede a Catania.
MISURE DI PREVENZIONE
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PALERMO – Finisce in amministrazione giudiziaria per un anno il settore “espansione commerciale” di Eurospin Sicilia, colosso della grande distribuzione con sede a Catania. Obiettivo: azzerare le connivenze e le infiltrazioni della criminalità organizzata.

È sull’apertura di nuovi punti vendita in Calabria che si sono concentrate le indagini della guardia di finanza e della Direzione investigativa antimafia, coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria.

Eurospin avrebbe affidato i lavori alla Leg srl di Giampiero Gangemi, imprenditore vicino alla ‘ndrangheta, ed in particolare a Paolo Martino della cosca De Stefano. Gangemi è stato arrestato la scorsa estate nell’ambito dell’operazione “Planing” ed è tuttora ai domiciliari.

Le indagini si sono concentrate all’inizio sul supermercato realizzato nel 2016 a Gallico. Un affare che ha fatto gola ad Antonino Mordà e Domenico Gallo. Il primo è sotto processo per mafia, il secondo è un sorvegliato speciale, sempre per mafia, a cui è stato confiscato il patrimonio.

Poi sotto osservazione sono finiti i punti vendita di Siderno, ancora in costruzione, e un progetto a Reggio Calabria. Nel caso di gallico Eurospin ha comprato il terreno da Leg per poco più di un milione e 900 mila euro e sempre a Leg ha affidato i lavori per due milioni e 200 mila euro. In realtà il terreno sarebbe riconducibile a Domenico Gallo. A svelare i retroscena dell’affare è stato Maurizio De Carlo, pentito della cosca De Stefano.

“Appare evidente che l’attività commerciale di Eurospin Sicilia, con specifico riferimento al settore d’espansione commerciale nel territorio reggino, sia stata fortemente condizionata da ingerenze mafiose, per il tramite di Giampiero Gangemi, imprenditore vicino alla ‘ndrangheta, ed in particolare alla cosca De Stefano”: così scrive nel decreto la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria.


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