Deborah, il buco nero dalla morte al ritrovamento - Live Sicilia

Deborah, il buco nero di due giorni: cosa ha fatto il marito?

Le indagini sul femminicidio a Macchia di Giarre non si sono fermate con il fermo di Leonardo Fresta.

GIARRE (CT) – Catena Deborah Pagano è morta venerdì 8 luglio. Ma il suo cadavere è stato scoperto solo domenica scorsa. Leonardo Fresta, in carcere con l’accusa di omicidio, ha chiamato i soccorsi solo due giorni dopo. Perché? Le spiegazioni fornite agli inquirenti nel corso dell’interrogatorio e le precisazioni al gip durante la convalida non hanno certo risposto a questo interrogativo. Almeno per i magistrati. Medici e i soccorritori hanno trovato la giovane mamma nel piccolo bagno, a pochi centimetri dalla doccia, piena di lividi e con fratture alla costola e allo sterno. Come se fosse stata vittima di un pestaggio. Non è ancora chiaro  – e da parte degli investigatori c’è il massimo riserbo – se il corpo sia stato spostato. E se, quindi, il decesso sia avvenuto all’intero della toilette del civico 33 di via Principessa Mafalda a Macchia di Giarre. Le stanze della casa erano macchiate di sangue: il luminol ha ‘acceso’ la scena del crimine in diversi angoli. Tracce ematiche sparse in giro che però erano state cancellate.

Una cosa certa è che Leonardo Fresta in quei due giorni con il cadavere ha deciso di pulire casa. Ma è anche uscito, forse a sbrigare commissioni e avrebbe anche incontrato delle persone. Nelle carte si parla anche di una sua ‘capatina’ ad assistere alla cronoscalata Giarre – Milo: ma è un aspetto che pare non essere stato riscontrato dalle indagini. Nelle mani degli inquirenti ci sono immagini delle telecamere, piazzate vicino all’abitazione incriminata e nella frazione giarrese, che mostrano i suoi ‘movimenti’ in quelle 36 ore.

Sono stati sequestrati anche i cellulari dell’indagato: nella scatola nera dello smarthphone potrebbero nascondersi conversazioni o chat che potrebbe aiutare a ricostruire il ‘buco nero’ temporale dalla morte di Deborah (venerdì sera) alla telefonata al 118 (domenica mattina). Fresta forse avrebbe voluto inscenare meglio “il malore” della moglie di cui parla nei verbali di interrogatorio. O addirittura avrebbe progettato di disfarsi del corpo. Qualcosa potrebbe essere andato storto e alla fine, con le spalle al muro, non avrebbe potuto fare altro che chiamare i soccorsi. Gli stessi suoceri hanno saputo della morte della figlia solo domenica. Leonardo, che continua però a professarsi innocente, lo scorso weekend ha anche potuto spostarsi senza intoppi. La figlia di 7 anni era infatti con i nonni materni nel borgo messinese di Letojanni, cittadina dove ieri c’è stato l’ultimo saluto a Deborah.

Mancano ancora tanti tasselli di questa tragedia. Gli investigatori non hanno smesso di scavare. L’inchiesta non si è certo conclusa con il fermo del 40enne, che sta anche affrontando un processo d’appello per mafia. 


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