Catania celebra la Liberazione |Tra memoria e contestazioni

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25 Aprile 2014, 15:30

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CATANIA –  25 aprile: la città scende in piazza per celebrare la liberazione dal nazifascismo. Tra le note dei canti della resistenza il serpentone attraversa le vie di Catania. Il gonfalone dell’ Anpi apre il corteo, dietro la sinistra catanese si divide in due spezzoni: quello istituzionale e quello antagonista. L’assessore Orazio Licandro, che indossa la fascia tricolore, fa le veci del primo cittadino. L’amministrazione oggi “celebra il ritorno al consolidamento dei valori in cui crede: l’antifascismo, la democrazia e la libertà”, dice Licandro. “Oggi vogliamo affermare la lezione della Resistenza- continua l’assessore- che è stata la genesi della Repubblica italiana e l’attualità della nostra Costituzione, che non a caso poggia su due pilastri fondamentali sui quali si fonda la democrazia: il lavoro e la cultura”. Numerose le realtà politiche e associative: Sel, Rifondazione Comunista, Catania Bene Comune, Arcigay, la Cgil, L’Arci, il Pdci, il collettivo Experia, Azione Civile, il Pmli, Rita Atria e le Voltapagina. Sono tanti anche i volti noti della politica catanese che attraversano il corteo: c’è il segretario del Pd etneo, Enzo Napoli, i deputati Giuseppe Berretta, Concetta Raia, Giovanni Burtone, Luisa Albanella, l’assessore D’Agata.

Insomma, il Pd è al gran completo. Qualcuno, però, storce il naso. Matteo Iannitti, militante di Catania Bene Comune, spiega la scelta di differenziare la presenza delle realtà antagoniste all’interno del corteo. “ Il 25 Aprile è un momento di lotta e non si può esaurire nella commemorazione del passato, per noi quel processo di liberazione non si sia mai concluso” “Per questo siamo scesi in piazza con uno spezzone diverso, non da quello dell’Anpi con cui abbiamo costruito la manifestazione, ma da quello dell’amministrazione e di un Pd che sta manomettendo la Costituzione e i diritti sociali”. Una critica che investe anche l’aspetto locale e l’amministrazione cittadina. “Ci chiediamo dove abbia trovato il coraggio di scendere in piazza un’amministrazione che da un lato taglia i servizi sociali e dall’altro censura una targa antifascista in cui si cita il questore Molina e la deportazione delle persone omosessuali”.

Il riferimento è alla targa commemorativa rimossa dal Palazzo della Cultura. “In memoria degli omosessuali confinati alle Tremiti su ordine del questore Molina” si legge in uno striscione che i militanti di Arcigay, che chiedono il ripristino della targa, espongono in via Vittorio Emanuele. Un momento che si lega alla commemorazione dei martiri catanesi del nazifascismo, ricordati durante manifestazione (a Palazzo degli Elefanti, in via Machiavelli e in via Giuffrida) lungo il percorso che si conclude in Piazza Dante con il comizio finale.

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25 Aprile 2014, 15:30

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