Catania, la mappa criminale: l'eredità mafiosa di Santo Mazzei - Live Sicilia

Catania, la mappa criminale: l’eredità mafiosa di Santo Mazzei

Cellule criminali anche fuori da San Cristoforo.
DAL MENSILE S
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Nella mappa criminale di Cosa nostra catanese ha il suo peso specifico il clan Mazzei, che ha la sua ‘fonte’ criminale al ‘traforo’. Siamo in via Belfiore, nel cuore di San Cristoforo a Catania. Il capo indiscusso, fino alla sua cattura in una villetta a Ragalna, è stato Nuccio Mazzei, figlio di Santo ‘u carcagnusu. Il padre è stato l’uomo chiamato dai corleonesi, negli anni Novanta, per spodestare Nitto Santapaola. Ma il piano crollò con il suo arresto tra le curve dell’Etna e diversi omicidi.

Secondo il blitz Vento di Scirocco, ad avere avuto il ruolo di reggente operativo fino a qualche tempo fa è stato Angelo Privitera. Ma gli occhi degli inquirenti ultimamente sono puntati su Maurizio Motta, fratello di quel Giambattista ammazzato negli anni della mattanza.

I Mazzei – detti carcagnusi – guardano “in grande” e negli anni recenti hanno chiuso alleanze e creato cellule criminali anche fuori da via Belfiore.

Un gruppo ben organizzato è a Lineri. Il processo frutto dell’inchiesta Enigma ci racconta che il capo di quella squadra è stato Nuccio Costantino.

È stato invece siglato un patto di ferro in carcere – racconta il pentito Luciano Cavallaro – tra il vecchio Santo Mazzei e Tano Nicotra. Gli ‘scappati‘ di Misterbianco sono tornati in Sicilia – dopo essere migrati in Toscana per sfuggire alle pallottole del Malpassotu negli anni Ottanta – con un piede dentro Cosa nostra.

Leggendo tra le righe delle ultime ordinanze di Adrano, si nota come i Mazzei abbiano conquistato anche la cittadina etnea affidandosi ai Lo Cicero. E prima della pandemia ci sarebbe stata aria di guerra. 


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