CATANIA – “Istituire un Tavolo Tecnico Provinciale della Sanità”. Lo chiedono al sindaco di Catania Enrico Trantino i consiglieri comunali della VI Commissione permanente, presieduta da Serena Spoto. “Un tavolo dove poter dialogare con i manager, i direttori generali e sanitari delle aziende sanitarie pubbliche ambulatoriali e ospedaliere del Comune di Catania – scrivono – e congiuntamente all’Assessorato Regionale alla Sanità, dopo aver individuato le aree critiche dell’erogazione del SSN nella nostra città. Per definire delle soluzioni utili ai nostri concittadini a poter usufruire alle prestazioni sanitarie al pari passo delle altre regioni d’Italia garantendo tempi celeri ed evitando le lunghe liste d’attesa”.
Le prenotazioni
“La nostra Città – proseguono – se lo merita e se la politica può, ha il dovere di agire”. I consiglieri lo hanno fatto in una mozione, promossa dalla consigliera Melania Miraglia, e presentata in consiglio. La mozione nasce dalle difficoltà che si riscontrerebbero a Catania non appena si compone il numero verde per le prenotazioni, il cosiddetto Cup ( Centro Unico di prenotazione ). In particolare, come si legge nella mozione, il centralino dell’ASP di Catania di solito, avendo più di 90 chiamate in attesa, risponderebbe: “Tutti gli operatori sono occupati, la invitiamo a richiamare più tardi”.
Le visite in intramoenia
Da quello dell’Azienda Policlinico addirittura si riceverebbe il messaggio: “Siamo spiacenti il numero digitato è momentaneamente occupato”. Chiamando al Garibaldi si sentirebbe: “Un operatore vi risponderà entro 40 minuti”. Infine al Cannizzaro pare che dopo più di 20 minuti di attesa risponda un call center di Trieste per poi venire a sapere che la prima data utile per prenotare, ad esempio, una colonscopia è tra 7 mesi, invece se si vuole optare per la visita in intramoenia basta solo 1 mese e mezzo di attesa al costo di 180 euro.
Le cifre da capogiro
Nella mozione, peraltro, si prende atto “che la maggioranza dei residenti siciliani si rivolge al SSN perché non possiede la disponibilità economica di una prestazione a pagamento con cifre da capogiro”. Un problema, come si legge ancora nella mozione, che si riscontra nonostante in Sicilia si sia pensato all’attivazione dei “progetti abbattimento delle liste d’attesa” finanziati dalla Regione consistenti “nell’incentivazione di 80 euro l’ora” ai medici che ne fanno parte al fine di smaltire parte delle liste di attesa.
Ciò si tradurrebbe nell’esborso da parte della Regione di somme per “Progetti onerosi” e sicuramente scollati dalle reali necessità degli utenti perché gli stessi, sfiniti dall’attesa e nello stesso tempo cercando soluzione al problema di salute, o sono deceduti oppure sono stati costretti a cercare altre soluzioni.