Catania, migranti sbarcati dalla Diciotti: cadono le accuse più gravi

Catania, i migranti sbarcati dalla nave Diciotti: cadono le accuse più gravi

La nave Diciotti
La decisione della Corte di Assise

PALERMO – Cade l’accusa più grave di associazione a delinquere finalizzata alla tratta dell’immigrazione clandestina. Reggono alcune imputazioni minori, tra cui quella dell’introduzione di denaro in Italia con il metodo hawāla che consente di trasferire soldi in maniera illecita utilizzando una rete di intermediari e senza utilizzo di contanti.

Il processo nasceva dal blitz denominato “Glauco” e si basava sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Wehabrebi Nuredin Atta. Raccontò il percorso che i migranti facevano per giungere in Italia. Dai campi di prigionia in Libia fino alle coste siciliane. Venduti come merce ai trafficanti e costretti a pagare due volte le spese di viaggio.

L’avvocato Fabrizio Lanzarone

L’inchiesta si concentrò sulle cellule di Milano e Udine, capeggiate da Ghirmay Mussie e Andemickael Musie. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a sette anni ciascuno di carcere per i due imputati, assistiti dagli avvocati Fabrizio Lanzarone e Antonio Piro. Le pene sono state molto più miti: un anno e 4 mesi e un anno e sei mesi di carcere.

Il processo all’inizio fu incardinato a Palermo e poi trasferito per competenza a Milano. Da qui a Catania, individuato dalla Cassazione come il luogo dove si consumò il reato di tratta dell’immigrazione clandestina. I migranti, infatti, erano sbarcati nel capoluogo etneo dalla nave Diciotti della guardia costiera, al centro di un caso politico-giudiziario chiuso con il no all’autorizzazione a procedere del parlamento nei confronti dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini.

L’avvocato Manfredi Novara

Ora la sentenza emessa alla Corte di Assise etnea, presieduta da Sebastiano Mignemi. Queste le condanne: Solomon Tekliyes (10 mesi), Tesfaalem Melake (1 anno e sei mesi), Mussie Ghirmay (un anno e sei mesi, a fronte di una richiesta di condanna a 7 anni, era difeso dall’avvocato Fabrizio Lanzarone), Binyanl Tesfagabr (10 mesi, difeso dall’avvocato Cinzia Pecoraro), Musie Andemickael (un anno e 4 mesi), Gehad Damer Grenet (un anno e 4 mesi), Idris Abas (10 mesi).

Assolti Teklaical Tsegezab (avvocato Antonio Pecoraro) e Mogos Anday (avvocato Ornella Travia), Tesfaionas Srnret (avvocato Manfredi Novara).


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