Catania, morire di morbillo: | "L'unica arma è il vaccino" - Live Sicilia

Catania, morire di morbillo: | “L’unica arma è il vaccino”

Due morti assurde quanto inaccettabili.

CATANIA. Due decessi dall’inizio dell’anno. Ed il bollettino medico è già pesantissimo così. Le speranze dei camici bianchi dell’ospedale Garibaldi, soffocate senza alcuna possibilità d’appello da una sentenza culturale già scritta sulla scorta di tanti messaggi evidentemente distorti passati nel corso di questi ultimi anni. Decidere di non vaccinarsi diventa l’epicentro di due morti assurde da accertare come quelle maturate a Catania: il 26 marzo scorso era toccato alla 25enne Maria Concetta Messina; ieri, ad un bimbo di appena 10 mesi. 
Tutto cruentemente vero. Ma tutto altrettanto inaccettabile. 
Il primario del Reparto di Rianimazione dell’ospedale Garibaldi, Sergio Pintaudi, ieri è stato preso d’assalto dai cronisti: “Che succede?”, “Ma c’è un’epidemia?”, “Perchè proprio qui a Catania?”. E se le domande sono molteplici, la risposta appare essere una soltanto. “Ed è la mancata vaccinazione”, ci dice fermo e sicuro lo stesso Pintaudi.

Due morti a causa del morbillo sono già di per sé un numero impressionante. E se non è psicosi poco ci manca. Il rimbalzo emotivo e mediatico della morte di un corpicino indifeso di appena 10 mesi non riesce a distogliere dal perchè siamo qui a raccontare quella che è un’altra tragedia immane.
“Guardi – prosegue Pintaudi – non lo dico io ma voci di colleghi medici molto più autorevoli del sottoscritto: la vaccinazione è l’unica arma che abbiamo per poter combattere le malattie virali. E, si badi, vaccinarsi non è solo un obbligo di legge ma anche e, soprattutto, morale: perchè si tutela tutta la popolazione”.

Il Primario etneo interviene, poi, su quello che rischia di divenire un vero e proprio “caso Catania”: “Qui a mio avviso l’epidemia di morbillo c’è perchè siamo ben al di sotto della soglia di legge di vaccinazione. Chi si infetta oggi, si infetta a sua volta da qualcuno che non è vaccinato. E gli eventi tragici di questi giorni ci devono fare riflettere su questo tema; non si può pensare di ricorrere al medico quando è troppo tardi”. Resta il fatto che quanto accaduto ieri ha scosso tutti in modo feroce: “Da parte nostra – prosegue Pintaudi – abbiamo ricostruito la storia e l’accaduto: non c’è dubbio che il bimbo si è infettato proprio da chi non era vaccinato”.

Dal primo gennaio a ieri al solo ospedale Garibaldi sarebbero state accertate 218 diagnosi di morbillo: anche qui numeri che destano impressione se paragonati ad un solo ospedale. “Questo momento va controllato con serenità, fermezza e coscienza – conclude Pintaudi -: vaccinare i propri figli è fondamentale. Invito tutti a non dare orecchio a chi dice che i vaccini creino il manifestarsi di patologie come l’autismo: sono tutte bufale”.
E se da una parte occorre fare i conti anche con il contagio della paura, dall’altra serve rilanciare il contagio della speranza. Che pare avere un unico nome: vaccino.


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