Parco Monte Po-Acquicella, la proposta al Comune di Catania - Live Sicilia

Parco Monte Po-Acquicella, la proposta al Comune di Catania

Ventisei associazioni hanno sottoscritto un progetto presentato all'amministrazione. Adesso c'è in ballo un patto di collaborazione col Comune.

CATANIA – A Catania c’è un progetto che viene dal basso e che, con l’accordo del Comune, potrebbe vedere la luce. È l’idea del Parco Monte Po – Vallone Acquicella, presentata mesi fa all’amministrazione municipale etnea, di cui in queste settimane si torna a discutere. Stando a quanto risulta a LiveSicilia, è in discussione un patto di collaborazione tra le 26 associazioni che hanno sottoscritto il progetto (riunite in un comitato promotore) e Palazzo degli elefanti, con l’obiettivo di realizzare il futuro Parco anche sfruttando le risorse del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza).

La proposta

Nell’idea dei promotori, il collegamento è tutto fuorché impossibile. A nord della città c’è il parco Monte Po, polmone verde attualmente in stato di abbandono e noto alle cronache più per gli incendi estivi e per lo scarico di rifiuti piuttosto che per le sue bellezze naturalistiche. A Sud c’è il Boschetto della Plaja. In mezzo, il Vallone Acquicella: il fiume nasce a Misterbianco e, tombato per parte del suo corso, torna visibile di fronte all’ospedale Garibaldi di Nesima. “Sebbene la denominazione di vallone possa fare pensare a un corso d’acqua a regime torrentizio, il suo flusso è continuo nell’intero corso dell’anno”, si legge nel dossier del Comitato per il Parco Monte Po – Vallone Acquicella.

“Nonostante la presenza di qualche scarico abusivo – continua il documento di 98 pagine – le acque del Vallone non appaiono significativamente inquinate, come dimostra l’apprezzabile presenza di vegetazione e di fauna”. Nonostante questo, però, sarà necessario comunque – scrivono gli attivisti – individuare gli scarichi abusivi ed eliminarli. Così come sarà necessario fare sparire le discariche abusive, soprattutto quelle che si trovano nei pressi del cimitero.

“Le nuove direttive del PUC (piano urbanistico comunale, ndr) prevedono esplicitamente la creazione di nuovi parchi nelle grandi aree con valenza ambientale delle colline di Monte Po e che la città deve essere dotata di un sistema di spazi verdi fortemente interconnessi che possano svolgere le funzioni di una vera infrastruttura verde”, prosegue la proposta inviata al Comune del Comitato.

Il valore del Parco

La creazione del Parco Monte Po – Vallone Acquicella “riconnetterà alla città – si legge ancora – alcuni dei quartieri periferici, densamente abitati e con una significativa presenza di popolazione giovanile”. Cioè Monte Po, Librino, San Giorgio, Fossa Creta, via Palermo. Dove adesso ci sono aree verdi non utilizzate che creano “una frattura tra i vari contesti”, domani potrebbe esserci un collegamento urbanistico tra quartieri oggi spaccati. Una linea green che possa consentire “una socialità e un interscambio tra le fasce più giovani e più anziane, che possono contribuire al superamento di barriere culturali e a una crescita sociale”.

Ancora di più: non solo un’unione tra i quartieri periferici, ma anche una fusione con i Comuni della cintura etnea. Il progetto attraversa i calanchi e i valloni dei Sieli, da Motta Sant’Anastasia a Misterbianco, restituisce dignità alle vecchie trazzere, le trasforma in ideali piste ciclopedonali. Collegate alle vicinissime stazioni della metropolitana Fce quasi pronte o in fase di avvio lavori: la fermata Fontana sulla circonvallazione, quella Monte Po, e un po’ più in là la fermata di corso Carlo Marx nel territorio misterbianchese.

In totale, si tratterebbe di circa 200 ettari di spazi verdi. All’interno dei quali trovano ospitalità, già oggi, flora e fauna “di grande valore naturalistico”, senza contare le testimonianze residue della colata lavica del 1669, una basilica bizantina scoperta agli inizi del Novecento e le fortificazioni costruite durante la Seconda guerra mondiale. “Conosciamo le difficoltà gestionali ed economiche che un parco così grande potrebbe creare all’amministrazione comunale – conclude il Comitato – ma si ritiene che per superarli possa essere attivata una sinergia fra il Comune, la Regione e le associazioni”. Non solo per redigere i progetti per ottenere i finanziamenti, ma anche per realizzare gli interventi e gestire le aree. Il primo passo dovrebbe essere il patto di collaborazione in lavorazione. Dal momento della firma, l’idea di un grande parco per la periferia della città sarebbe sempre più concreta.

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