CATANIA – Una settimana per distendere i nervi, che hanno subito grossi scompensi per tutto il campionato e fino all’ultima giornata. Una settimana per schiarire le idee, apparse fin da subito particolarmente confuse e che stavano per portare al clamoroso tracollo. Una settimana per valutare a quali uomini affidarsi per il proseguio di una rotta da raddrizzare, dopo alcune scelte non del tutto felici, alcune delle quali dettate più dalla foga del momento che da reali unioni d’intenti, che stavano per condurre alla rovina sportiva e al fallimento di un progetto, da far ripartire praticamente da zero. Questa è stata la settimana del Catania, una settimana vissuta nel silenzio pressochè totale, come da abitudine di dirigenti e tesserati fin dall’inizio del 2015, e che ha portato ad alcune scelte preliminari che hanno dato la giusta dimensione e le prime indicazioni su quella che sarà una delle estati più calde dell’era-Pulvirenti ai piedi dell’Etna.
Il primo a mollare gli ormeggi è stato Daniele Delli Carri, il quale ha lasciato la carica di direttore sportivo poco più di cinque mesi dopo la sua nomina. L’ex dirigente di Genoa e Pescara ha messo il suo zampino su alcune operazioni di mercato, ma il ritorno “sul campo” di Pablo Cosentino, dopo che l’argentino si era defilato a tal punto da far pensare a una separazione dal Catania a fine stagione, ha fatto sì che fosse il ds itailiano a farsi da parte. Il suo posto, in termini di direttore sportivo, potrebbe non essere occupato da nessuno, visto che si fa sempre più largo l’ipotesi di un’accoppiata composta dallo stesso Cosentino e da Diego Caniggia, quest’ultimo con la carica di direttore tecnico: potrebbero essere dunque i due argentini ad occuparsi dell’area tecnica e dell’individuazione degli uomini a cui affidarsi per costruire la rosa del Catania del futuro. Nei giorni scorsi si era parlato di un ritorno di Davide Baiocco, guerriero di mille battaglie in campo e rispuntato per la carica di ds. C’è però un particolare fondamentale che rende questa pista impraticabile: l’attuale mediano dell’Akragas non dispone dei requisiti per fare il dirigente, e in più sembra intenzionato a restare come faro del centrocampo del Gigante, magari portando via da Catania quel Tino Parisi, che all’Esseneto è visto ormai come il figliol prodigo da riaccogliere. Ciò che, almeno per il momento, Baiocco non può rappresentare per il Catania.
A proposito di questa figura tratta dai Vangeli, si è parlato di un eventuale ritorno di Pasquale Marino sulla panchina. L’uomo dell’ultima promozione del Catania in serie A assume il profilo giusto per avviare un nuovo progetto tecnico a Torre del Grifo, ma per il momento la sua priorità si chiama Vicenza, con una promozione nella massima serie ancora acquisibile con i veneti tramite i playoff. Qualora l’avventura dovesse chiudersi in semifinale contro il Pescara (si riparte dall’1-0 dell’andata) o nella finale che si giocherebbe contro la vincente di Bologna-Avellino, il profilo del tecnico marsalese potrebbe tornare di moda dalle parti di Catania, ma bisognerebbe comunque avviare una trattativa, trovare un accordo e presentare al mister un’idea valida e concreta per riavviare la formazione etnea verso l’Olimpo del calcio italiano. Sono emerse anche le candidature di Domenico Toscano e Roberto Stellone, ma le promozioni ottenute rispettivamente in B con il Novara e in A con il Frosinone hanno fatto sì che il rapporto tra i due tecnici e le rispettive piazze divenisse ancor più saldo.
E per ripartire da zero, è necessario allestire un nuovo parco giocatori. La rosa non dovrebbe presentare più giocatori argentini, visto che Castro è particolarmente richiesto in serie A, Rinaudo potrebbe tornare in patria dopo due stagioni sottotono e Sauro non ha convinto la dirigenza. Allo stesso modo, è da valutare la partenza di Norbert Gyomber, soprattutto per poter fare cassa, mentre sono dati in partenza due portieri tra Gillet, Terracciano e Frison: quest’ultimo non verrà riscattato dalla Sampdoria e potrebbe finire in un club di B, mentre tra i due “titolari” della seconda parte del campionato andrà via quello con più mercato. E poi ci sono riscatti difficilmente concretizzabili, come quello di Antonio Mazzotta dal Cesena, il cui posto potrebbe essere preso dallo svizzero Daprelà, in uscita da Palermo e già richiesto a gennaio. A proposito di mercato in entrata, Federico Moretti potrebbe restare proprio a Vicenza e rappresentare così un grosso rimpianto per gli etnei, mentre in difesa, sempre da Palermo, si valuta il nome di Claudio Terzi e per il centrocampo si pensa a Luca Garritano, fantasista di scuola Inter che sta provando a prendere per i capelli il Modena ed evitarne la retrocessione in Lega Pro. Difficile prevedere movimenti in entrata in attacco, a meno che uno tra Calaiò e Maniero non lasci Catania.
E dopo una settimana di calma, non solo apparente, a Catania possono iniziare i grandi lavori. In vista di un’estate torrida.