CATANIA – Il Catania volta pagina: Mario Petrone guiderà la squadra rossazzurra sino alla fine della stagione, tentando di dare concretezza ai sogni di gloria di società e tifosi. L’obiettivo dichiarato resta quello di agguantare una posizione di prestigio nella griglia play-off e poi di cercare di andare sino in fondo nella complicatissima lotteria che promuoverà in serie B solo una squadra su 28. L’ex tecnico ascolano è stato presentato ufficialmente nella sala principale di Torre del Grifo. L’amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco ha spiegato i motivi dell’improcrastinabile cambio alla guida tecnica all’indomani della disastrosa disfatta di Agrigento.
Poi, la parola è passata al neo allenatore rossazzurro: “Mi aspettavo una chiamata da un momento all’altro –ha esordito Petrone- e sono pronto ad affrontare la situazione. Siamo chiamati a dare tutto ciò che abbiamo: è questa una promessa che mi sento di fare a me stesso e a tutto l’ambiente. Gioco sempre per vincere e sulla mia decisione di accettare questa sfida ha influito molto la determinazione del direttore (Lo Monaco n.d.r.) che quando mi ha evidenziato la ferma volontà di questa società di andare in Serie B. Credo che sia una questione di atteggiamento, un particolare che si coltiva dal primo giorno di lavoro. Non dobbiamo guardare se giochiamo in casa o in trasferta. Se siamo una grande squadra, non fa differenza: atteggiamento e mentalità risultano fondamentali”.
La curiosità, da parte di stampa e tifosi, si punta sul modulo che Petrone attuerà a partire dalla sfida contro il Taranto di sabato prossimo. “Con i calciatori che ho a disposizione posso adottare qualunque modulo –sottolinea il neo tecnico- perché penso che la linea a 3 o a 4 dipende dai giocatori a disposizione al momento. L’aspetto fondamentale sarà quello di dare delle direttive precise alla squadra, senza perdere di vista che il 4-3-3 è nelle corde di questo organico. Ma, ripeto, saranno fondamentali l’atteggiamento e la mentalità. Il centrocampo è il fulcro della squadra: giocando a due, ci vorranno dei giocatori dinamici e di quantità mentre con lo schieramento a tre sarà necessario un playmaker davanti alla difesa e un incursore. In attacco credo che Pozzebon e Tavares possano coesistere ma dipenderà anche dalla loro attitudine. A Lumezzane giocavo con due prime punte che, però, si erano perfettamente calati nella mentalità giusta. Solitamente le squadre che ho allenato sinora hanno fatto tanti gol creato occasioni: anche per questo mi sono prefissato di sfruttare al massimo le potenzialità della squadra e, naturalmente, dei singoli. Valuterò con attenzione anche le “risorse” del settore giovanile”.