La rotta dei narcos nelle 2 tonnellate di cocaina destinate alla mafia

La rotta dei narcos nelle 2 tonnellate di cocaina destinate alla mafia

Un cartello sudamericano dietro quei colli di droga "abbandonati" in mare aperto

CATANIA. “Ciascuna organizzazione criminale cerca ogni spiraglio utile per poter far arrivare la droga: ma quella dei colli lasciati galleggiare in mare è una modalità particolare. Di certo, è la prima volta che ci si imbatte in una dinamica simile”. Le indagini della Guardia di Finanza sono appena all’inizio.
Droga imballata e lasciata andare in balia delle onde: c’è la rotta dei narcos in quelle 2 tonnellate di cocaina destinate alla mafia. Una certezza più che una semplice ipotesi in quello che resta un canale non più inedito legato al Porto di Catania o, come in questa circostanza, alle acque dello specchio di mare tra il capoluogo etneo e Siracusa.

A chi era destinata la droga?

Gli inquirenti stanno verificando ogni elemento in loro possesso per costruire un’ipotesi investigativa credibile. Abituati in passato ad intercettare grossi quantitativi di droga in carichi intercettati negli scali aeroportuali di Catania e Palermo, la strategia dei trafficanti pare essere cambiata. O, perlomeno, la cronaca recentissima ci dice questo: dal conteiner della frutta con dentro 110 chili di cocaina pura all’80% sequestrato a ottobre scorso, fino al rinvenimento in mare comunicato dai finanzieri nella mattinata di ieri.
L’impressione è che proprio buona parte del carico di ieri potesse essere destinato ben oltre i confini della Sicilia. Pochi dubbi, semmai, sulla provenienza della cocaina: proprio per la qualità della droga rinvenuta è difficile non immaginare che il mittente sia il Sud America.

Un’indagine complessa

E’ certamente un’attività d’indagine complessa. Sullo sfondo, un cartello di esportatori della droga che si accontenta di perdere enormi quantitativi di droga (il valore di quella rinvenuta al largo delle coste catanesi ammonta – lo ricordiamo – ad almeno 400 milioni di euro) piuttosto che lasciare tracce o indizi.
“Non escludiamo nulla, siamo al lavoro”, confermano nello strettissimo riserbo i militari del Comando provinciale delle Fiamme Gialle.
Sembra la sceneggiatura di una serie tv. Ma l’impressione è che non si tratti di una trama che si concluderà nel giro di poche puntate.


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