CATANIA – Di certo cambia tutto. Anche a Catania. Il voto consegnato dagli elettori domenica scorsa racconta di una nuova Italia disallineata ai partiti tradizionali, consegnando un Paese in cui la geografia politica è completamente mutata. Scenari che potrebbero avere grosse influenze sul voto amministrativo alle falde dell’Etna, previsto tra qualche mese. D’altronde, che il 4 marzo sarebbe stato il termine post quem parlare seriamente del rinnovo degli inquilini di Palazzo degli Elefanti, era già stato detto in più occasioni. Ma, quanto accaduto domenica, rappresenta uno scenario tutto sommato nuovo, con il quale dovranno fare i conti i candidati sindaco.
Difficile oggi pensare a un Bianco bis, considerati i risultati fallimentari del Partito Democratico a Catania, per quanto l’attuale primo cittadino potrebbe a questo punto essere una delle poche personalità del centrosinistra ad arginare il grillismo che sembra galoppante anche in città e la forza del centrodesta, favorito comunque per la guida di Catania. Bianco dunque potrebbe restare il candidato in pectore della formazione di centrosinistra, anche se manca ancora l’ufficializzazione. Bianco potrebbe contare sull’appoggio delle varie correnti del Pd, anche se spuntato, ormai compatte, almeno sulla carta, come ha dimostrato l’ultima campagna elettorale.
Non va certo meglio per il candidato sindaco della coalizione di centrodestra, Salvo Pogliese: proprio la formazione emersa con il patto dell’arancino e rafforzatasi dopo le regionali, è quella che ha subito la sconfitta più bruciante alle politiche. Se non altro perché sembrava sentirsi la vittoria in tasca. Eppure, quella che avrebbe dovuto essere la coalizione della riscossa, all’uninominale non ha eletto alcun candidato, dovendosi accontentare dei resti del plurinominale. Vero è che Forza Italia, in tutta la provincia di Catania, ha retto, confermandosi primo partito “tradizionale”, ma è anche vero che la strada che sembrava agevole per l’eurodeputato, considerato oltre tutto che non ha incassato il sostegno dei lombardiani, assenti durante la convention nella quale ha ufficializzato la propria “discesa in capo”, sembra esser diventata in salita.
“La partita è completamente diversa – evidenzia un altro esponente azzurro, parlamentare uscente, Basilio Catanoso. Il nostro partito è stato premiato dagli elettori e nella nostra città resta il fulcro della coalizione di centrodestra – continua – e per quanto riguarda Catania sono convinto che Poglise sia la persona adatta alla città e questo i catanesi sapranno comprenderlo. Le liste noi le avremo e le avremo forti – conclude – per cui la vicenda nazionale non credo possa avere alcun effetto”.
Il voto di protesta, o di destrutturazione, come ribattezzato dagli addetti ai lavori, registrato domenica, potrebbe trasformarsi all’ombra del Liotro, dunque, in un voto civico. O in una nuova vittoria a cinque Stelle, anche se questa ipotesi sembra più difficile, stando ai dati del 2013 quando il Movimento fondato da Beppe Grillo, dopo l’exploit delle Politiche si fermò ad appena il 3%, non riuscendo a portare in aula neanche un consigliere.
Che fosse per il candidato, anzi la candidata, o per il poco appeal che i pentastellati hanno sui catanesi alle amministrative, non si sa. Ma quanto accaduto cinque anni fa non è escluso si ripeta. Lasciando spazio ai civici, dunque, a cominciare da Emiliano Abramo, il primo ad aver ufficializzato la propria candidatura. E il primo ad aver parlato di amministrative nell’immediato post voto. “Questi dati – commenta il candidato in un comunicato stampa – ci mostrano con evidenza la rottura con il vecchio sistema politico nella nostra Isola ma anche nella nostra città. Bisogna cambiare rotta e il nostro progetto civico oggi ha sempre più forza”.
Per poi aggiunge. “Vogliamo aprire a tutte le forze positive e propositive della città. Io vorrei avere due grandi alleati con me: il partito delle nuove energie e quello dell’astensionismo cioè di tutti quei cittadini che sono stremati dalla politica che non tiene conto delle loro reali esigenze tanto da non esprimere più alcuna preferenza, scegliendo di non andare a votare. Voglio avere tutti questi cittadini al mio fianco per realizzare insieme “il Grande Progetto” di cambiamento per la nostra città. È Catania”. Un civismo già sostenuto anche da altri, come l’ex presidente della Regione che conferma la volontà di presentare una o più liste a Catania per sostenere un progetto “lontano dai partiti”.
Il quarto candidato, Riccardo Pellegrino, che dopo la conferenza stampa nella quale ha annunciato la candidatura, ha diffuso il simbolo della sua lista, sembra aver optato per Casapound. Come si legge in messaggio circolato in una chat privata di messanger nella quale il consigliere comunale affermava di aver sostenuto – “io e il mio staff” – Casapuond “per poi continuare ad andare avanti – si legge ancora – con le nuove elezioni che si svolgeranno questa primavera”. Un messaggio di cui Pellegrino dice di non sapere nulla ma chi lo ha ricevuto giurerebbe di averlo avuto proprio da lui.