CATANIA – Restano in carcere anche i tre maggiorenni che erano stati fermati dai carabinieri su disposizione della Procura per la violenza sessuale di gruppo su una 13enne catanese. È la decisione del gip del Tribunale di Catania che ha anche confermato gli arresti domiciliari per il quarto indagato, ma con l’obbligo dell’uso del braccialetto elettronico.
Il provvedimento accoglie la richiesta del procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e della sostituta Anna Trinchillo. Sono così sei le persone in carcere per la violenza sessuale del 30 gennaio scorso: ieri il gip per i minorenni ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per tre.
In questo contesto, questa mattina una delle realtà da cui provenivano due dei ragazzi coinvolti nello stupro ha inviato una nota all’Ansa. “Ieri sera siamo stati costretti a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine: sul pianerottolo di una delle nostre comunità, che ospita minori stranieri non accompagnati, si sono presentate troupe giornalistiche che sono entrate nel palazzo e hanno insistentemente cercato di parlare con i nostri operatori e con i cittadini catanesi residenti nello stesso edificio”, si legge.
“Non è la prima visita di questo tipo ricevuta ieri nelle nostre strutture – sottolinea la nota della comunità – abbiamo rispetto della stampa e dei giornalisti e, lo ribadiamo, quello che è successo alla Villa Bellini di Catania è una tragedia che sconvolge ogni comunità di accoglienza di questa città. Ma dobbiamo proteggere, nostro malgrado anche dalle telecamere, i minori che ospitiamo e che nulla hanno a che fare con i fatti di cronaca di questi giorni. La tutela loro e dei loro diritti è il nostro compito”.