Catania, truffa all'Inps sulla disoccupazione: 90 assoluzioni

Catania, truffa all’Inps sulla disoccupazione: 90 assoluzioni

"Il fatto non sussiste"
IL PROCESSO
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CATANIA – Erano ritenuti coinvolti in una maxi truffa ai danni dell’Inps sulle indennità di disoccupazione e malattia dei dipendenti. L’ipotetico raggiro avrebbe avuto un importo complessivo di oltre 500 mila euro. Era contestato a 90 persone. La maggior parte risiede nella città di Adrano, gli altri vivono in vari paesi del Catanese o in provincia di Enna. Adesso sono stati assolti tutti da ogni accusa.

Nello specifico sono cadute le ipotesi di truffa e falso, riqualificate in “indebita percezione di erogazioni pubbliche”. Ipotesi che erano le uniche contestate. La sentenza è stata emessa dalla giudice Grazia Anna Caserta.

L’accusa

Una società cooperativa di Adrano, era l’accusa, avrebbe dichiarato falsamente l’assunzione e le giornate lavorative di numerosi dipendenti in agricoltura. L’ipotesi era che lo avessero fatto per ottenere le indennità di disoccupazione e di malattia. Un danno evidente, se così fosse stato, per l’istituto previdenziale. Tanto più che i presunti “dipendenti falsi” avrebbero anche maturato i contributi necessari per la pensione, tra il 2015 e il 2018.

Con queste ipotesi, contestate a vario titolo agli imputati, in 90 erano finiti sotto processo. Tra gli imputati assolti pienamente figuravano anche presidente, vicepresidente e consigliere della società cooperativa, con sede ad Adrano, al centro dello scandalo.

L’accusa principale come detto era di avere, in concorso con i presunti dipendenti falsi, “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso”, denunciato “falsamente all’Inps l’assunzione” di “dipendenti”. Il tutto “inducendo in errore” l’istituto previdenziale “circa l’effettività dei rapporti lavorativi falsamente denunciati. E di averlo fatto per procurarsi l’ingiusto profitto consistente nella percezione dell’indennità di disoccupazione e di malattia (nonché nel calcolo, ai fini pensionistici, dei periodi di lavoro).

Le cifre

Per quanto riguarda le singole cifre, si passa da poche centinaia di euro ad alcuni casi in cui per disoccupazione, alcuni “dipendenti”, avrebbero percepito oltre 10 mila euro. Da qui il conto totale, superiore al mezzo milione di euro.

Ora il giudice ha assolto con formula piena tutti e 90. I reati di falso e truffa, come detto, sono stati ritenuti assorbiti dall’ipotesi di indebita percezione di erogazioni pubbliche, ma sono stati ritenuti insussistenti. Tutti sono stati assolti perché il fatto non sussiste.

Le difese

Il collegio di difesa è composto dagli avvocati Dario Di Stefano, Grazia Ventura, Fabrizio Maugeri, Francesco Messina, Rossana Petralia, Mattia Serpotta, Maria Carmela Di Mattea, Luigi Francesco Cuscunà, Giuseppe Fiorenza, Vincenzo Aiello, Angela Maenza, Gabriele Celesti, Dino Privitera, Nicola Mazzaglia, Vincenzo Nicolosi, Giuseppe Salerno, Giuseppe Lo Presti, Giuseppe Furnari, Vittorio Lo Presti e Giuseppe Massimo Miano.


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