Catania, uccise l’amica della moglie: rito abbreviato e perizia

Catania, uccise l’amica della moglie: rito abbreviato e perizia psichiatrica

L’imputato è Piero Maurizio Nasca

CATANIA – Spetterà al Gup Carlo Umberto Cannella il compito di esprimersi sulla richiesta di perizia psichiatrica. Si aprirà il 9 novembre l’udienza per il rito abbreviato condizionato richiesto per Piero Maurizio Nasca. Nasca il 10 giugno scorso investì la moglie, ferendola, ma soprattutto uccise, utilizzando come un’arma mortale la sua macchina, una Opel Meriva, l’anziana amica della donna. La vittima si chiamava Concetta De Bormida, era originaria di Centuripe, in provincia di Enna, e aveva 69 anni.

L’imputato

Il giudice ha accolto la richiesta dell’avvocato di Nasca, il penalista Fabio Presenti. Ma solo tra dieci giorni si pronuncerà sulla richiesta di giudizio condizionato alla perizia psichiatrica. Intanto l’assassino resta in carcere a Piazza Lanza. Nasca ha prima confessato tutto. Poi però ha cercato di giustificarsi dicendo di non aver avuto intenzione di uccidere nessuno, ma solo di mettere paura alla vittima e all’ex moglie, la 56enne Anna Longo.

Il rito

Le accuse sono omicidio e di tentato omicidio. I familiari della vittima hanno già designato come difensore l’avvocato Emanuela Fragalà. Il giudizio immediato era stato chiesto dal sostituto procuratore Valentina Botti e disposto dalla gip di Catania Marina Rizza. Nel corso delle indagini, la difesa ha fatto acquisire alla Procura la documentazione clinica dell’indagato. L’imputato aveva infatti aggiunto di esser stato per tre anni in cura al Sert di Giarre e di esser stato ricoverato a Trecastagni.

La perizia

Ora la difesa ha chiesto la perizia. Anche perché nella sua confessione, l’imputato, aveva aggiunto che a un certo punto, quella mattina, vedendo la signora De Bormida, gli si sarebbero “uniti i fili”. Aveva ricordato le accuse che rivolgeva alla signora, che per lui “metteva sempre battibecchi” tra lui e sua moglie.

E quando le due donne, dopo esser state in clinica, si sarebbero allontanate da lui, sarebbe scattato “un attacco”. “Cercavano di evitarmi mentre camminavano – aveva raccontato – e allora mi è preso un attacco e le ho investite. Le ho investite due volte, poi mi sono allontanato e mi sono formato al bar, dove ho chiamato il 113 e gli ho detto quello che avevo fatto”.


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