PALERMO – Il termine “a posto” era il segnale con il quale lo spacciatore assicurava il possesso della droga, “a mare” o “non ci sono” avvisava l’assenza degli stupefacenti, che in gergo venivano chiamati “discorso, cd, bomba, mezza birra, bicarbonato, motore”. Un linguaggio criptato quello utilizzato dalle reti dello spaccio di Monreale smantellate questa mattina nel corso dell’operazione “Urban justice” condotta dei militari della compagnia di Monreale.
A dirigere lo spaccio, da una parte Claudio Alongi detto “u Scuparu” per quanto riguarda la cocaina, dall’altra Giovanni Pupella per l’hashish. Entrambi, come emerge dalle intercettazioni telefoniche, gestivano il traffico di droga e di acquirenti concordando cessioni e pagamenti.
Riportiamo lo stralcio di una conversazione:
ALONGI: ma il cd te lo sei fatto?
UOMO: No..il cd non me lo sono fatto
ALONGI: Eh vedi di fartelo …se no lo porti che ce lo sentiamo insieme
Sembrerebbe inoltre che Alongi fosse un pusher attento alle esigenze del cliente, pronto a risarcirlo in caso di mancato gradimento:
ALONGI: Che è successo il cd è venuto male?
UOMO : Sì
ALONGI: Ah allora …domani mattina…avvicini là..capito?
UOMO: Capito
ALONGI: Tranquillo io ho già parlato con lui e gi ho spiegato com’è il dicorso
UOMO: Compare domani ci vediamo che ti riporto il cd… è troppo brutto
ALONGI: Allora domani me lo riporti che io lo devo restituire.
Dalle indagini è emerso inoltre che Claudio Alongi oltre a spacciare era dedito a indicare i luoghi d’incontro con gli acquirenti, riceverli a qualunque ora del giorno e della notte intervenendo con tempestività nei casi di consumatori in astinenza. A dargli man forte era Piero Cassarà e Maria Leto, unica donna coinvolta nell’operazione, che ricevevano i clienti presso le loro abitazioni indirizzati da Alongi quando quest’ultimo non si trovava in paese.
UOMO: Scupa dove sei?
ALONGI: E…compà io me ne sono sceso a Palermo…devi salire dall’ amico mio là sopra
Il termine “là sopra” indicava l’abitazione di Piero Cassarà a San Martino delle Scale, ubicata in una posizione sopraelevata rispetto al centro storico. Ma Cassarà oltre a ricevere i clienti di Alongi era impegnato in una sua rete di spaccio coadiuvato dal pdre Carlo e dai cugini.
Ma se il gruppo guidato da Alongi e Cassarà prediligeva i contatti telefonici, quello capeggiato da Giovanni Pupella preferiva stazionare per i vicoletti del centro storico per veloci cessioni di hashish. La droga acquistata a Palermo veniva trasportata da Mauro Piccarella e Christian Madonia. Una volta giunta a destinazione si metteva in moto una sorta di catena di montaggio: l’esame e la valutazione era competenza di Giovanni Pupella, Giuseppe La Core invece aveva il compito di dividerla ai fini dello spaccio svolto, successivamente, da Daniele Massaro e dall’omonimo cugino di Pupella. Il commercio avveniva in modo rapidissimo con l’aiuto di numerose vedette che avevano il compito di allertare i giovani pusher:
PUPELLA: Pronto…
FIDANZATA: Amò vedi che stanno salendo i carabinieri verso il canale..e uno si è fermato in piazza stai attento.
Oltre alle undici persone sottoposte alle misure restrittive, altre 14 sono indagate a vario titolo. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dal sostituto Alessandro Clemente.