C'è una sola missione: | dimenticare Crocetta - Live Sicilia

C’è una sola missione: | dimenticare Crocetta

Lanciare subito i primi segnali di un cambiamento di rotta è essenziale.

Con il dovuto rispetto per l’ex assessore Vincenzo Figuccia e le sue dimissioni – la materia dei compensi ai burocrati dell’Ars è dell’Ars, non del governo regionale da lui abbandonato – e pur condividendo appieno il corale sconcerto per l’esordio da Robin Hood all’incontrario del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè – il quale fino a ieri non intendeva prorogare il tetto ai già ricchissimi stipendi dei dipendenti del Parlamento regionale (ora pare abbia ingranato la retromarcia) – penso che non dobbiamo distrarci dall’obiettivo principale.

Infatti, una sola è la domanda da porsi: riusciranno il presidente della Regione Nello Musumeci e il suo governo a farci dimenticare la pessima stagione crocettiana e a dare entro pochi mesi i primi segnali di avvio a soluzione delle drammatiche emergenze della Sicilia? Ecco il punto vero. Il resto è noia. O forse qualcuno si aspettava qualcosa di diverso a fronte di quanto sta accadendo? Tradimenti, franchi tiratori, imboscate, volgare corsa alle poltrone, scontri tra fazioni di un medesimo partito, scambio di favori tra sedicenti avversari, patti siglati sottobanco in vista delle imminenti elezioni politiche. Vecchia storia, solita nauseabonda minestra cui siamo abituati e che dovremo ingurgitare finché voteremo sempre gli stessi o loro fotocopie.

Dovessimo giudicare dal penoso spettacolo propinatoci dal redivivo centrodestra e da pezzi del PD e dintorni, condito con reciproci accordi innaturali di convenienza, ci sarebbe da disperarsi. Non possiamo permettercelo. No, meglio rivolgere l’attenzione alle promesse annunciate in campagna elettorale dal presidente Musumeci. Disse che avrebbe mutato il volto della Sicilia, che ci avrebbe addirittura stupito. Se è sicuramente vero che ci vorrà del tempo per rinascere dalle macerie è parimenti vero che i pazienti sistemati per giorni alla meno peggio nei disastrati pronto soccorso siciliani, i rifiuti senza destinazione e un produttivo trattamento con le discariche ormai stra-sature, i giovani disoccupati in aumento, le strade e le autostrade simili a mulattiere, l’acqua dispersa tra le campagne a causa di una rete idrica colabrodo, una pubblica amministrazione nei suoi vertici troppo contigua alla politica, la mafia, il racket e il pizzo presenti e operanti, e ci fermiamo qui, sono problemi gravissimi che non possono aspettare oltre.

Lanciare subito i primi segnali di un cambiamento di rotta è essenziale, doveroso se si vuol essere credibili. E se la melma della politica regionale, caro presidente Musumeci, minaccia di soffocarla o di impedirle un cammino spedito, possiamo darle un suggerimento? Batta i pugni sul tavolo. Nel suo prossimo intervento a Sala d’Ercole potrebbe rivolgersi agli onorevoli regionali pressappoco così: “Cari colleghi, la gente è esausta e attende risposte da noi. Appena capirò che le vostre ambizioni personali, di partito e di lobby prendono il sopravvento sui bisogni dei cittadini, impedendomi di lavorare per il bene comune, sappiate che un minuto dopo io mi dimetterò. Sì, andrò a casa, ma andremo a casa tutti. Regolatevi di conseguenza”. Come a dire: deputato avvisato, poltrona mezza salvata.

 

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