Cenere dell'Etna, "Proclamare lo stato di calamità naturale"

Cenere dell’Etna, “Proclamare lo stato di calamità naturale”

La nota del consigliere comunale di Giarre Santo Primavera
CATANIA E PROVINCIA
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CATANIA – Sulla cenere dell’Etna è necessario un intervento dello Stato: è quanto sostiene il consigliere comunale di Giarre Santo Primavera, in una nota in cui chiede che sia dichiarato lo stato di calamità naturale e di attuare un piano straordinario di protezione civile per i comuni etnei.

Cenere dell’Etna: la nota

“I continui parossismi dell’Etna – scrive Primavera – che da anni in modo continuo si verificano e che comportano copiose cadute di cenere vulcanica lungo la fascia ionica-etnea, nei comuni di Acireale, Giarre, Riposto, Mascali, Milo, Sant’Alfio, Zafferana, Santa Venerina, stanno mettendo a dura prova le popolazioni locali e le attività commerciali ed agricole. La copiosa cenere è fonte di disagio e danno a cose, colture e persone”.

“Nessuno mai – continua Primavera – per miopia politica, ha previsto in un piano di protezione civile un tale fenomeno continuo con tutte le conseguenze connesse. Né la Regione, né i comuni sono stati in grado di fronteggiare le conseguenze legate alla caduta di cenere vulcanica, a partire dalla pulizia delle strade pubbliche, per non parlare di eventuali seri e non apparenti sostegni o supporti alla popolazione locale”.

“Proclamare lo stato di calamità”

“In attesa del riciclo di tale materiale – scrive ancora Primavera – la cenere vulcanica sulle strade rappresenta un rifiuto, pure pericoloso sotto diversi profili. Realisticamente dobbiamo convivere con il vulcano Etna, ma ciò non esime ma anzi impone che lo Stato intervenga dichiarando lo stato di calamità naturale e supportando con mezzi e risorse i comuni e le popolazioni residenti per fronteggiare questo evento naturale straordinario per la densità del fenomeno e per la durata”.

“Pertanto – conclude Primavera – propongo di dichiarare per la fascia ionico etnea non solo lo stato di calamità naturale e di attuare per i comuni un piano straordinario di protezione civile, ma di attingere le risorse dai fondi comunitari per le calamità naturali, così come avvenuto già nel 2003″.


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