Rapimento e rilascio di Giovanni Balsamo: il movente e le indagini

Il rapimento e il rilascio di Giovanni Balsamo: il movente e le indagini

L'interrogatorio alla Mobile al termine di una giornata tesa e piena di punti interrogativi

CATANIA – Un buco di circa quindici ore. Che gli investigatori della Squadra Mobile etnea stanno tentando di ricostruire attraverso il racconto della vittima rapita all’alba di ieri dai due finti poliziotti che lo hanno prelevato dalla sua abitazione di San Cristoforo. Inedita, perlomeno se rapportata all’attualità, la modalità che ha contraddistinto il mini-commando entrato in azione a bordo di un suv Alfa Romeo.

Le indagini

Quindici ore nel corso delle quali del 23enne pregiudicato e ristretto agli arresti domiciliari Giovanni Balsamo, non si è saputo più nulla. Del rapito, nel corso della giornata di ieri, non è stata diffusa alcuna foto. Non è stato lanciato alcun appello pubblico. Segnale inequivocabile che le indagini, scattate immediatamente sulla scorta della denuncia dell’accaduto presentata dalla moglie e dalla madre allontanate con la forza dai due finti poliziotti dopo l’irruzione nella loro abitazione, stavano seguendo un percorso preciso.

Gli inquirenti hanno anzitutto tentato di intercettare e ricostruire il passaggio del suv verso l’abitazione di Giovanni Balsamo, attraverso l’acquisizione di filmati delle telecamere a circuito chiuso presenti lungo l’ipotetico percorso compiuto dal mezzo, all’arrivo e al ritorno. Poi, il contatto con la fitta rete di informatori sul territorio dal quale è emersa nel corso della giornata la possibilità che quel rapimento avesse un movente ben preciso: un debito maturato per una grossa partita di droga e per il quale non sarebbe coinvolto soltanto il 23enne.

La svolta e l’interrogatorio

La svolta è, però, arrivata nella stessa serata di ieri con il rilascio di Giovanni Balsamo a pochi metri dagli uffici della Squadra Mobile di via Ventimiglia. Anche se, va detto, i contorni del rientro del 23enne restano tutti da chiarire nei tempi e nelle modalità. Ma le bocche degli inquirenti, anche in questo caso, restano sigillate. Quello che è certo è che l’interrogatorio di Balsamo è scattato immediato per far luce sull’accaduto.

Come già raccontato ieri, Balsamo è stato condannato a 6 anni di reclusione per la sparatoria all’autonoleggio di via Negrelli: una spedizione punitiva terminata a colpi di pistola. Per la cronaca, il 23enne è genero di quel Lorenzo Saitta storico esponente del clan Santapaola-Ercolano.

Le indagini sulla lunga giornata di ieri, coordinate dalla Dda di Catania, sono tutt’altro che chiuse.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI