PALERMO – Interveniamo in relazione all’organizzazione della XII edizione de Le Giornate dell’Economia del Mezzogiorno dal titolo “Un Paese o Due” presentata alla stampa lo scorso lunedì 25 nove”mbre, nella Sala Giunta del Comune di Palermo, a palazzo delle Aquile, ed in svolgimento dal 25 al 30 novembre. Proprio il titolo dell’edizione di quest’anno “Un paese o due?” ci spinge a necessarie inderogabili considerazioni. Esiste un paese dove in materia di economia si confrontano solo uomini? Esiste un paese dove il confronto su economia, sviluppo e mezzogiorno è la convergenza di prospettive e competenze maschili e femminili? Esiste un paese dove prevalga il merito e la competenza e non solo il genere o il ruolo ricoperto? Partiamo dagli invitati alla conferenza stampa di presentazione: nessuna donna, nessuna voce al femminile, nessuna visione al femminile, nessuna competenza al femminile. 5 giorni di dibattiti: oltre 70 relatori e solo 5 donne. Eppure le donne rappresentano oltre la metà della popolazione e da tempo sono presenti in ruoli significativi dell’economia, delle istituzioni, delle imprese e della cultura. Una sessione di lavoro titolata “La reputazione nella scuola e nell’università”: nessuna relatrice. Eppure le donne sono asse portante del sistema scuola e il numero di donne ordinario in alcuni settori dell’Università ha quasi raggiunto la parità con gli uomini. Ma la reputazione resta, pare, appannaggio degli uomini. Una sessione di lavoro titolata “Chi salverà il Mezzogiorno?”: visto che i relatori invitati al confronto sono tutti uomini, dobbiamo ritenere che lo salverà un Uomo. E che la donna sarà invece tra le specie salvate. Una tavola rotonda giorno 29 novembre, per elaborare “5 proposte per il Sud”: invitati al tavolo tutti rappresentanti della politica e tutti uomini.
Eppure le proposte riguardano l’universo della popolazione. E come è scientificamente provato, se il confronto non è arricchito nella diversità di vedute, le politiche proposte riflettono inevitabilmente un bias di genere. Una sessione di lavoro titolata “Operazione verità”: ed anche in questo caso, nessuna donna chiamata ad intervenire. Forse perché la verità è solo al maschile. Ma forse la risposta ai dubbi che ci sono venuti leggendo l’ampio ed articolato programma di interventi è contenuto nel Comitato Scientifico, composto da 24 insigni professori universitari. Tutti rigorosamente uomini. Nessuna Donna. Nessuna. Eppure sono donne il 58% dei laureati, il 52% dei dottori di ricerca, il 48% dei ricercatori, il 37% dei professori associati, il 22% degli ordinari. Il tema della esclusione delle donne da un consesso così importante per il dibattito sul futuro di questa terra, a cui tutti siamo tenuti a partecipare attivamente, senza esclusione di genere e senza porre barriere di alcun genere, rende monco il dibattito e scrive tombale la risposta alla domanda del suo titolo: un paese ad una o a due velocità? Ad una, perché l’Economia è materia per soli Uomini. Prima che una biforcazione tra Nord e Sud, all’origine del mancato sviluppo dell’Italia e del Sud stesso, esiste una questione – e pare anche urgente – che riguarda il merito, la competenza e la cultura di genere. C’è un’ultima considerazione che si ritiene utile porre: la coincidenza che il convegno abbia avuto inizio proprio il 25 novembre, la giornata che universalmente è stata scelta per ribadire la gravità del fenomeno della violenza di genere. Ed è proprio dall’esclusione della donna dal riscatto lavorativo, professionale e sociale che parte il contrasto alla violenza di genere. Perché una donna esclusa dai consessi, è una donna più debole. Ed una donna debole è vittima di violenza. Ma anche un uomo che perde l’abitudine al confronto, anche in congressi sull’Economia, con l’altra metà della società, è un uomo che non viene educato al rispetto dei generi.
È certamente riconosciuto l’alto valore degli organizzatori, ma ci si aspettava, anche da chi ha sostenuto e dato il patrocinio all’evento, maggiore sensibilità e attenzione. Questa riflessione vuole quindi essere un gentile ma fermo monito ad ampliare il raggio di visione, già dal Comitato Scientifico, lavorando ad una XIII edizione dove il tema della parità di genere sia variabile validamente declinata.
Cleo Li Calzi
Valeria Militello
Giovanna Fiume
Rosalba Bellomare
Beatrice Agnello
Eva Deak
Adriana Palmeri
Silvana Polizzi
Milena Gentile
Laura Corona
Giovanna Bruno
Maria Grazia Bottino
Egle Palazzolo
Giovannella Brancato
Ninni Virga
Roberto Baldi
Ida Pucci Minafra
Patrizia Di Dio
Daniela Ferrara
Giuseppe Matranga
Marcello Consiglio
Dario Nepoti
Stefano Tortorici
Eleonora Lombardo
Loredana Rinaldi
Pippi Pisciotta Tosini
Rosalia Imburgia
Daniela Palilla
Chiara Donà Dalle Rose
Adriana Ragonese
Caterina Pasqualino
Carmela Rizzo
Evelina Santangelo
Marco Betta
Angela Lanza
Marco Giammona
Giulia Argiroffi
Roberto Alajmo
Isabella Vesco
Chiara Cappadonia
Roberta Lo Jacono
Daniela Cocco
Claudia Stassi
Antonio Cottone
Patrizia Dall’Acqua
Giuseppina Campisi
Maria Pia Bottino
Valeria Aiovalasit
Anna Maria Picozzi
Salvatore Zambito
Gea Schirò
Anna Maria Puglia
Carlo Verri
Antonino Blando
Maria Saeli
Rita Foti
Agnese Ciulla
Eva Montalbano
Mari D’Agostino
Anna Abita
Mario Enea
Valentina Console
Ida Fazio
EleonoraRivaSanseverino
Carla Giordano
Lucia Giacomarra
Enzo Costa
Caterina Ventimiglia
Paolo Arista
Cinzia Leonardi
Irene Sorrente
Carmencita Mangano
Marinella Sciortino
Jolanda Ribaudo
Fabiola Furnari
Raffaele Mazzeo
Marisa Randi
Sofia Pietravalle
Ninni Valvo
Costantino Visconti
Alessandro Bellavista
Ninni Odierna
Giovanni Cupidi
Salvo Maniscalco
Manfredi Agnello
Federica Mazzetti
Giada Lupo
Emilio Vinti
Juki Belfiore
Pierfrancesco Bellipanni
Gianna Di Piazza
Lucia Spinoso
Alessandra Magazzù
Monica Mirri
Loredana Tomasino
Antonella Baviera
Fernanda Del Monte
Dario Ferrante
Rosario Genchi
Gianfranco Tuzzolino
Giuseppe Tasca
Piero Accardo
Francesco Paolo De Luca
Maria Rosa Caleca
Margherita Cottone
Rita Alù
Maria Sandias
Maria Letizia Montalbano
Marta Garimberti
Giuseppe Gullo
Donatella Barazzetti
Anni Barazzetti
Melania Messina
Elisa Cavasino