Centrodestra, gli autonomisti perdono un seggio: gli equilibri - Live Sicilia

Centrodestra, gli autonomisti perdono un seggio: gli equilibri

Le richieste dei partiti e le ultime novità sulla futura squadra di governo.
TOTO-ASSESSORI
di
3 min di lettura

PALERMO – Il seggio perso dagli autonomisti a Messina potrebbe rischiare di indebolire i Lombardo boy’s nelle trattative finalizzate a comporre la squadra di Governo. Una possibilità che, a certe latitudini della maggioranza, ha più il sapore di una speranza confessata a taccuini rigorosamente chiusi. 

Le ipotesi e le conseguenze

Il riconteggio delle schede messinesi ridefinisce la geografia di Sala D’Ercole e ridimensiona la truppa autonomista (che perde Luigi Genovese in favore di un uomo di Cateno De Luca). Tuttavia, la precarietà dei dati non definitivi e potenziali nuovi riconteggi in altre province (gli occhi sarebbero puntati soprattutto su Catania) potrebbero nei prossimi giorni rimescolare le carte. Senza contare la possibilità che Genovese faccia ricorso, in quel caso il seggio traballante sarebbe quello del neoleghista Pippo Laccoto. In casa autonomista c’è chi minimizza facendo notare che le percentuali restano invariate e che questo dovrebbe bastare a intavolare una trattativa che rispetti il principio enucleato dallo stesso Schifani, cioè una suddivisione rispettosa di tutti i partiti della maggioranza. C’è infine chi con un pizzico di saggezza in più nota che perdere un deputato in favore della minoranza, indebolisce la maggioranza in aula. Soprattutto alla luce di questa considerazione, lo schema degli eletti-assessori andrebbe ripensato per non correre il rischio di andare sotto in aula. 

Schifani incontra Minardo

Nel frattempo il presidente Schifani incastona qualche nuovo tassello nel mosaico della squadra di governo. Oggi pomeriggio ha incontrato il segretario regionale del Carroccio, Nino Minardo (giovedì sarà la volta degli autonomisti). Un incontro (al quale seguirà quello ufficiale con la delegazione del gruppo) dal quale sarebbe emersa “un’assoluta sinergia” come recita anche la nota stampa del segretario leghista. “Anche per quanto riguarda la composizione della giunta regionale la concordanza è totale. La linea del presidente della Regione è quella di individuare e nominare assessori che siano politici e non tecnici e che abbiano specifiche competenze: è la medesima linea della Lega Sicilia che è pronta a contribuire con uomini e donne di comprovata esperienza e in grado di gestire il governo della cosa pubblica”, si legge. Al netto del mantra “è presto per nomi e deleghe” il borsino del toto-assessori dovrebbe prevedere due posti per i leghisti. 

I partiti maggiori e il borsino del toto-assessori

Rimangono invariate e sul tavolo le richieste di FdI e azzurri: quattro assessori a testa (un pacchetto che nel caso dei meloniani si arricchisce e della vice presidenza e della presidenza dell’Ars). Un altro elemento che va ad arricchire il quadro complessivo, che viene fuori dalla giornata di oggi, riguarda Gianfranco Miccichè. Il nome del fratello Gaetano, infatti, prede quota tra i papabili ministri del governo Meloni.

Un fatto che potrebbe, dicono i bene informati, avere due effetti a catena: portare l’ex presidente dell’Ars a restare in Sicilia e a ridimensionare “i colpi di testa” nella gestione dei rapporti con il nuovo presidente della Regione. Il che però non significa che il coordinatore farà sconti anche perché (forte dei rapporti interni al gruppo) la battaglia interna a Forza Italia passa anche dalla composizione della giunta. Fermo restando che l’ultima parola la dirà il presidente Schifani, l’ordine di scuderia sarebbe quello di ostacolare la riconferma di Marco Falcone.

I pasdaran miccicheiani restano in corsa: Edy Tamajo (che però secondo voci di corridoio non sarebbe interessato a fare l’assessore), Beppe Picciolo, Michele Mancuso e Nicola D’Agostino. E qualche alleato spiffera che nel frattempo si starebbe facendo strada un’altra idea anche per dribblare le potenziali insidie del voto in aula (che si materializzerebbero con la pattuglia degli assessori-eletti): mettere in campo i primi dei non eletti che hanno preso più voti come il palermitano Francesco Cascio e il catanese Salvo Tomarchio.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI