Centrodestra, le tensioni e il tentativo di ricucire gli strappi - Live Sicilia

Centrodestra, le tensioni e il tentativo di ricucire gli strappi

Stamattina si riunirà il tavolo regionale della coalizione dopo una settimana ricca di fibrillazioni. 
VERSO LE AMMINISTRATIVE
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PALERMO – Il centrodestra siciliano ci prova ancora. Stamattina si riunirà il tavolo regionale della coalizione dopo una settimana ricca di fibrillazioni. 

Schifani e Caruso gettano acqua sul fuoco

Il dossier Catania è quello più scottante da maneggiare con cura. Lo sa bene il presidente Renato Schifani che lavora dietro le quinte per evitare ulteriori spaccature. “Il rapporto con la coalizione c’è ed è forte sul piano istituzionale. Per quanto riguarda le amministrative di Catania, confidiamo nell’unità della coalizione, perché uniti si vince, divisi si perde. Lo stesso ministro Salvini oggi (ieri) ha dichiarato parole d’oro, perché secondo me l’unità fa parte del Dna del centrodestra”, ha spiegato ieri Schifani commentando le parole del segretario nazionale della Lega Matteo Salvini. 

Una posizione e una lettura condivise dal commissario regionale azzurro Marcello Caruso. “Credo che i toni siamo rientrati. Quella di Salvini è una dichiarazione che va nella direzione che auspicavamo: la candidatura di Valeria Sudano a Catania è autorevole e viene ora proposta al tavolo del centrodestra in programma domattina (oggi) a Palermo”, ha dichiarato.

Tensioni tra leghisti e autonomisti

Gi azzurri, che rivendicano la convocazione dei tavoli regionali pur nella consapevolezza che l’ultima parola spetta a Roma, cercano di gettare acqua sul fuoco sottolineando gli inviti all’unità e alla responsabilità di Salvini che pure ha messo qualche puntino sulle i. Ad esempio, sottolineando che anche la Lega ha fatto parecchi passi indietro negli ultimi mesi, prima su Palermo poi sulla Regione. E, in attesa del nome del candidato di Fratelli d’Italia, non resta che registrare i toni accesissimi e l’ostilità dichiarata degli autonomisti alla proposta della Lega.

Ieri mattina lo scambio di comunicati stampa al vetriolo tra i livelli locali dei due partiti, nel giorno della visita etnea di Salvini, la dicono lunga sulle difficoltà della coalizione.

Salvini in persona non ha risparmiato stoccate all’ex alleato-federato Raffaele Lombardo (“sedicente autonomista”) scatenando la tempestiva reazione del sindaco di Adrano, Fabio Mancuso (“Il Ministro Salvini sbarca in Sicilia e si dichiara autonomista dimenticando che la sua posizione è più secessionista che autonomista. Desidera rafforzare il suo Nord a discapito del nostro Sud e punta il dito contro l’unico autonomista vero del Sud, Raffaele Lombardo”).

Sudano: “Basta giochini”

 I malumori sono evidenti. L’accusa di avere fatto una “fuga in avanti” proprio non va giù alla deputata e candidata sindaco leghista Valeria Sudano che ha ricordato agli alleati qualche precedente di non poco conto.

“Un anno fa alle Amministrative di Palermo ogni partito ha espresso delle candidature e affisso manifesti: non mi sembra che questo sia stato visto come un oltraggio.

La verità è che a Catania stiamo assistendo a dei ‘giochini’ che nulla hanno a che fare con una città che ha bisogno di essere amministrata”, ha detto. “La Lega ha fatto una proposta e ora attendiamo FdI che ha segnalato la necessità di una interlocuzione con i livelli romani del partito. Mi sembra corretto che per la scelta di una città importante come Catania ci sia anche una valutazione di tipo nazionale”, ha sottolineato la deputata. Bocche cucite tra i meloniani impantanati nelle acque dei sondaggi e consapevoli che buona parte della trattativa unitaria dipenderà da nome che faranno agli alleati. Insomma, i giochi sono tutt’altro che fatti.


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