Charlie: qualcuno vuole | sostituirsi a Dio? - Live Sicilia

Charlie: qualcuno vuole | sostituirsi a Dio?

Il dramma di un bambino.

Tra poche ore si consumerà in Inghilterra il dramma del piccolo Charlie, il bimbo di 10 mesi affetto da una gravissima e rarissima malattia genetica invalidante, cui i giudici delle Corti inglesi ed i giudici europei della Corte di giustizia hanno ordinato staccarsi la spina delle macchine che lo tengono in vita, contro la volontà dei genitori che si erano rivolti ad ogni tipo di giurisdizione, invocando il diritto di vivere del loro figlio.

Il piccolo Charlie, per la malattia da cui è affetto dalla nascita, non respira e da poche settimane neanche mangia senza l’ausilio delle macchine che i giudici hanno ordinato di spegnere. Tutte le sentenze hanno motivato la loro decisione di morte basandosi sulla necessità di porre fine alle immani sofferenze che Charlie patisce ogni giorno nonché sul parere dei medici, secondo i quali non esistono cure per questa rara malattia; i genitori, al contrario, invocavano una terapia sperimentale cui sottoporre Charlie in America, per la quale avevano pure raccolto i fondi tramite sottoscrizioni private.

A chi dare ragione? Ai medici inglesi e quindi ai giudici, che si sono basati sulla scienza e sulla ragione, oppure ai genitori attaccati ad filo di speranza, magari illusorio e costituito solo dal loro amore per Charlie e dalla loro testarda volontà di tentare qualunque cosa per farlo vivere. In tutta sincerità è molto difficile, se non arduo o addirittura impossibile propendere in piena serenità e certezza intellettuale per una scelta piuttosto che per un’altra. La lucida razionalità, cui deve ispirare il proprio ragionamento il medico e quindi il giudice giustifica (o forse no) una via, che tuttavia porta alla morte di Charlie, contro la volontà dei suoi genitori e senza che Charlie possa essersi espresso. L’immenso ed incommensurabile amore dei genitori giustifica (o forse no) una scelta per una vita pur sempre di dolori, sofferenze, cecità, dipendenza dalle macchine anche per respirare e senza che Charlie possa essersi espresso. Verrebbe da dire, ai posteri l’ardua sentenza, ma forse in questo caso si addice meglio a ciascuno la propria valutazione. Ciò che non posso accettare, tuttavia, senza volere essere retorico, è che in questo penoso e drammatico caso, che non è di eutanasia, perché contro il volere dei genitori e in assenza del consenso dell’interessato, qualcuno si è sostituito a Dio in una decisione di vita o di morte.

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