PALERMO– L’auto blu attende, paziente, l’arrivo del governatore. E sta lì, in sosta quasi perenne nel parcheggio attiguo agli uffici della Regione siciliana a Buxelles, in Rue de Belliard. Attende, l’auto blu. Grossa cilindrata e colore scuro metallizzato. Ma presto potrebbe far ritorno in Sicilia. Al suo posto, infatti, arriverà un’auto blindata. Sempre per il presidente, si capisce. Che si reca a Bruxelles, spiegano dagli uffici della Regione “in media una o due volte al mese”. Visite sufficienti per far sostare lì quell’auto di servizio che costerà, tra leasing e autista, non meno di 80 mila euro l’anno. Simbolo ulteriore delle contraddizioni di un ufficio del quale i siciliani non hanno ancora del tutto compreso l’utilità. E che in passato è stato ripetutamente investito da polemiche, contenziosi, ha “ospitato” in qualità di consulenti, giovani dai cognomi noti, e ha elargito indennità estere e ad addetti stampa per risultati in molti casi ignoti.
Al punto da convincere in passato l’ex governatore Lombardo – finito anche lui al centro delle polemiche per aver inviato, tramite una scelta ‘intuitu personae’ in quegli uffici la figlia dell’allora dirigente generale Gesualdo Campo – a ridurre drasticamente l’organico. Fino a due persone. Il dirigente generale Maria Cristina Stimolo (che al momento guida il dipartimento Affari extraregionali, ma anche, in una sorta di ‘interim’ anche l’Ufficio di Bruxelles) e un funzionario. Rimandati a casa, in quell’occasione, gli altri esperti, selezionati anche in passato con la stessa logica dell’intuitu personae (la chiamata diretta, sostanzialmente). Tra gli altri, nel corso degli anni, Pierfrancesco Virlinzi, figlio dell’imprenditore catanese Ennio, Jane Torrisi, anche lei di una nota famiglia di imprenditori etnei, Luigi Lo Piparo, figlio di un dirigente ministeriale, Francesca Parlagreco, figlia dell’ex capo ufficio stampa dell’Ars e Salvatore Lupo, gelese di nascita, e tra i più stretti collaboratori dell’attuale governatore Crocetta, che non a caso l’ha scelto come consulente alla Presidenza della Regione per la “cabina di regia” per i progetti finanziati dal Po Fesr.
E per il presidente Crocetta quell’ufficio ha una importanza fondamentale, cruciale per le sorti della politica e dell’amministrazione siciliana. Per questo motivo, con una delibera dello scorso aprile, il governatore ha deciso di ripristinare gli effetti di una legge del 2002: quella che istituisce gli uffici di Bruxelles, appunto. E che determina anche la dimensione dell’organico: non più di sedici dipendenti, mentre il tetto massimo per gli “esterni” è stato fissato a otto. E di questi otto, la metà è già stata scelta. I cosiddetti “esperti” della Regione in Europa sono Giuseppe Guerrera, Anna Sophie Barletta, Bruno Cortese e Loredana Amenta. I quattro esperti andranno ad aggiungersi ai quattro interni. Oltre al dirigente “fecente funzioni”, Maria Cristina Stimolo (che è anche il dirigente generale del dipartimento Affari extraregionali), infatti, e all’unico dipendente che era rimasto “a guardia” degli uffici di Rue de Belliard, cioè Patrizia Meli, e al dipendente in aspettativa sindacale (e per questo non è destinatario di alcuna indennità ‘estera’) Marcello Minio, la Regione ha individuato altri due funzionari, che lavoravano proprio agli affari Extraregionali: si tratta di Fiorella Zappalà e Rosa Calamunci.
Nuovo personale, quindi. E nuove spese. Che trovano posto nelle ultime due finanziarie del governo Crocetta. Nell’ultima, in particolare, le “spese di funzionamento dell’Ufficio di Bruxelles” passano da 33 a 50 mila euro, quelle per il “personale a tempo determinato assunto con contratto di diritto estero presso l’ufficio di Bruxelles” da 152 mila a 300 mila euro solo per il 2014 (diventano 900 mila euro nel triennio), quelle relative al “trattamento omnicomprensivo del personale esterno in servizio all’ufficio di Bruxelles con qualifica diversa da quella dirigenziale” si passerà dai 67 mila dell’anno scorso ai 90 mila del 2014 – per una spesa superiore ai 270 mila euro per il prossimo triennio. Nei prossimi tre anni, quindi, solo per le spese relative al personale e al funzionamento, il governo Crocetta ha previsto una spesa superiore a 1,3 milioni di euro.
E ad aggiungersi a quelle spese, come detto, ecco anche la fiammante auto blu del presidente, con tanto di targhetta sul cruscotto: stemma della Regione e riferimento all’assessorato della Funzione pubblica e delle autonomie locali. E il dirigente generale del dipartimento Funzione pubblica, Luciana Giammanco conferma: “Si tratta di un’auto blu messa a disposizione del presidente Crocetta per le trasferte a Bruxelles. La vettura – prosegue il dirigente – è conservata in un locale chiuso che conduce a un ascensore interno direttamente collegato agli uffici”. Motivi di sicurezza, sembra. Per consentire al governatore di recarsi direttamente nei locali della Regione. E gli stessi motivi porteranno alla sostituzione dell’autovettura: “Presto – spiega Luciana Giammanco – invieremo a Bruxelles un’auto blindata che sostituirà quella attualmente parcheggiata. Quando si tratta di motivi di sicurezza, credo che la prudenza non sia mai troppa”. Il dirigente precisa poi che l’auto può essere usata “esclusivamente” dal presidente della Regione. Con qualche eccezione: “Chiaramente, se qualche esponente del governo si recasse a Bruxelles e ne avesse bisogno…”. Esclusa l’ipotesi invece che quell’auto possa essere utilizzata dal personale impiegato nella sede di Bruxelles, compreso il dirigente-reggente. “Ma quella non è un’auto che abbiamo acquistato appositamente – precisa la Giammanco – si tratta infatti di una vettura già a disposizione dell’autoparco regionale e che abbiamo semplicemente trasferito dalla Sicilia a Bruxelles”.
Ma il simbolo della “casta” in uno degli uffici più misteriosi della Regione, sta già innescando qualche polemica. “L’Ufficio di rappresentanza della Regione a Bruxelles è uno spreco di denaro pubblico. Quindi va chiuso, perché inutile e costoso”. L’affondo è di Nello Musumeci che insieme al suo gruppo parlamentare ha deciso di presentare una serie di emendamenti alla Finanziaria che puntano proprio a “ridimensionare la sede estera siciliana in un graduale processo che dovrà portare alla sua chiusura”. “Che senso ha – si chiede il parlamentare dell’opposizione – tenere una sede regionale a Roma ed un’altra a Bruxelles? Noi proponiamo, con i nostri emendamenti, che i due uffici costituiscano un unico servizio del dipartimento della Programmazione, con un solo dirigente responsabile che abbia sede a Roma. L’appartamento nella capitale belga, invece, dovrebbe essere occupato da un massimo di quattro impiegati, anche esterni o tirocinanti, a tempo determinato e senza indennità di servizio all’estero. Il resto dell’appartamento (che ricordo essere esteso ben 750 metri quadri) dovrebbe essere dato in uso, a titolo oneroso, ad enti e soggetti rappresentativi di interessi siciliani, magari mediante apposite convenzioni. La soluzione migliore, secondo noi, sarebbe quella di mettere in vendita l’immobile, costato alla Regione quattro anni fa 2 milioni e 700mila euro. Si potrebbe semmai aspettare la conclusione del semestre di presidenza italiana”.
Ma come detto, anche la scelta di parcheggiare un’auto blu in attesa del governatore, è vista come un simbolo dello spreco: “Come se non bastasse, – prosegue infatti Musumeci – il governatore avrebbe da poco fatto arrivare a Bruxelles anche un’auto blu, costretta però a restare ferma nel garage perché non c’è ancora l’autista (altre 80mila euro circa) e non c’è neppure il presidente della Regione da trasportare. Come fa Crocetta a non rendersi conto della inopportunità politica di questa sua iniziativa? Nessuno gli ha detto ancora che i dipartimenti sono stati ormai resi telematicamente autonomi nei rapporti con le istituzioni europee? E perché lo scorso anno, con la Finanziaria 2013, il governo ha fatto marcia indietro all’ultimo momento, dopo aver proposto con l’art. 19 l’abolizione di quel dipartimento? La politica dei tagli, per Crocetta, vale fino allo Stretto di Messina”. E in effetti, nel bilancio “lacrime e sangue” che oggi verrà discusso in Aula, dove si taglia ovunque, Bruxelles è un’isola felice. Lì, anche in tempi di spietata spending review, le spese misteriosamente aumentano.