Un vecchio proverbio recita: “Non è giusto fare legna dell’albero caduto”. Il glorioso monumento del gigante buono Moris Carrozzieri sta crollando, travolto dalla notizia della positività alla cocaina. E’ verosimile ritenere che l’uomo che c’è sotto il giocatore stia soffrendo le pene dell’inferno. E’ logico pensare che altre ne soffrirà e in quantità. E’ giusto dire che siamo in presenza di un fatto grave, anzi devastante, un comportamento censurabile. In queste occasioni, generalmente, siamo vittime di due pulsioni. Alcuni solidarizzano con l’idolo perché è pur sempre l’idolo e respingono anche l’evidenza dei fatti come calunniosa, indebita e indigesta. Altri rinnegano il simbolo dei sogni di ieri e lo trattano peggio dell’ultimo appestato, perché si sentono traditi. Sono due modi contrapposti di reagire, “di pancia”, che nascono dalla valutazione del personaggio, mai della persona. Invece, crediamo che sia utile, in questo momento, mantenere la calma e posticipare il giudizio, legandolo a un’analisi dei fatti più compiuta, senza processi sommari e corde da appendere. Parafrasiamo un grande allenatore di anime: “Chi è senza peccato, scagli la prima pallonata”. Veramente quel tale parlò di pietre, ma il senso era pressapoco lo stesso. No, non era Carletto Mazzone.
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