Chi educa una bambina | educa un popolo - Live Sicilia

Chi educa una bambina | educa un popolo

Da sin., Marcella Cannariato e Giorgia Butera

La campagna di sensibilizzazione sociale di Fiori d'acciaio e Mete Onlus.

25 novembre
di
1 min di lettura

PALERMO – Partirà da oggi, 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il patrocinio della Camera dei Deputati, per la campagna di sensibilizzazione sociale “Chi educa una bambina, educa un popolo”, promossa come advocacy da Mete Onlus e da Fiori di Acciaio. Il patrocinio è arrivato direttamente dalla presidente Laura Boldrini, come riconoscimento all’attività svolta dalle due associazioni sul territorio siciliano.

Istruzione ed alfabetizzazione sono diritti inviolabili dell’Umanità, negarli significa negare la vita stessa. L’Individuo cresce, si forma e prosegue il suo cammino attraverso la libertà donatagli dall’istruzione, dalla conoscenza e dal sapere: ed è per queste ragioni che Mete Onlus, di intesa con “Fiori di Acciaio”, rinnova anche per quest’anno gli incontri nelle scuole di tutta la Sicilia, dove saranno affrontate tematiche quali educazione sentimentale, discriminazione, smartworking, accoglienza, parola, identità digitale, sport, affettività, diritti umani.

Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Unesco (l’organizzazione dell’Onu che tutela l’istruzione, la scienza e la cultura) nel mondo ci sono ancora 63 milioni di bambini e bambine a cui non viene data un’istruzione, vale a dire uno su dieci. Se il livello di aiuti e interventi non cambierà, questo diritto sarà garantito a tutti solo nel 2086, cioè tra settant’anni.

“Da due anni ci occupiamo attivamente di mettere in circolo cultura su tutto il nostro territorio – ha commentato la presidente di Fiori di Acciaio Marcella Cannariato – perchè crediamo fermamente che solo attraverso la cultura, si possa costruire il bene comune per tutti”. “Una bambina istruita sarà una donna libera nel futuro”, ha fatto eco la presidente di Mete Onlus Giorgia Butera, nel corso del suo intervento al Consiglio sui Diritti Umani alle Nazioni Unite.


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