Chi ha davvero paura | del Circo degli Orrori - Live Sicilia

Chi ha davvero paura | del Circo degli Orrori

Un volantino. Anzi, il "volantino della discordia" sul Circo degli Orrori con un invito esplicito. E' nata una discussione tra i lettori di LiveSicilia. Che proviamo a riassumere.

Il volantino della discordia
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3 min di lettura

Volete vedere il vero Circo degli Orrori? Trovatevi ogni mattina, alle otto e qualcosa, nel punto in cui il traffico palermitano è più caotico. E vedrete. Facce contorte dietro il parabrezza. Pallore vampiresco tra i finestrini. Bestemmie e maledizioni da dannati. E poi c’è il Circo degli Orrori ‘finto’, o meglio, artistico, la compagnia che, a Palermo, rappresenta la poetica della paura, in un tripudio di acrobazie e numeri d’alta scuola. Qualcuno, nelle vicinanze, ha infilato un volantino fra i tergicristalli delle auto, esorcizzando lo spettacolo con parole dal vago sapore inquisitorio: “Sei proprio sicuro che ciò di cui hai bisogno sono vampiri, figure sataniche, riti vodoo? Sei proprio sicuro che tutto questo non avrà nessuna conseguenza nella tua vita?”.

Il promotore dell’iniziativa, il pastore Emanuele Gambino, ha chiarito con un commento su LiveSicilia: “La nostra non è una protesta contro il circo né una critica sulla qualità dello spettacolo essendo rispettosi dei gusti e della libertà di ognuno di esprimersi liberamente. La nostra è una semplice riflessione e il circo è solo un semplice spunto di riflessione”.

“Tutti noi veniamo quotidianamente bombardati dai mass media con programmazioni violente, horror, sangue, cadaveri, film che richiamano al paranormale, e perfino i cartoni animati non sono più quelli di una volta… Siamo sicuri che tutto questo non sta avendo effetti devastanti sulle nostre menti e su quelle dei nostri figli? (…) La realtà è che ci stiamo abituando al male, al macabro, mentre viviamo in una società depressa e ansiosa che non riesce più a dormire senza l’uso di psicofarmaci”. Il resto del commento è un logico invito alla fede, logico, cioè, per chi faccia il pastore.

Le frasi che abbiamo riportato aprono un dibattito, al netto di roghi e superstizioni che vanno rigettati come paccottiglia, una via di confronto che può essere percorsa serenamente, senza brandire teste d’aglio. Scorrendo le reazioni dei nostri lettori si coglie, invece, una spaccatura ideologica tra ‘fedeli’ e ‘illuministi’. I primi scrivono, come Gabry: “Ognuno è libero di scegliere quello che vuole come ognuno è libero di mettere in guardia persone che sono attratte da questo mondo come lo ero io! E poi non capivo come mai la notte mi sentivo seguita, guardata e sentivo sempre una presenza in casa che mi faceva paura”. I secondi, come Gaetano, ribattono lapidari: “Mi sento nel Medio Evo…”.

Lo spettacolo – utile premetterlo – è bellissimo. Il “Circo de Los Horrores” ha incantato gli spettatori. Un’armonia di emozioni gestite con sapienza. Sotto le maschere truci, dalla benda dell’uomo con la sega, dalle corna del diavolo, dal ghigno del vampiro, sbucano persone che amano il loro lavoro e onorano il pubblico con impegno, tanto da avere mantenuto gli eventi in cartellone, nonostante la morte della dolce Ivelise, come si sa. Questi magnifici artisti prefigurano una preghiera, non un sacrilegio – dovrebbe pensare, non a torto, chi crede – perché sono un simbolo schietto di umanità. E chi sostiene che si tratti di una congrega satanica in incognito dovrebbe farsi vedere da uno bravissimo (bravo non basta).

Ma forse è utile anche una riflessione sulla paura che i commenti su LiveSicilia indicano. Cos’è che, sotto o sopra la maschera, ci fa veramente paura? Davvero si riduce a un filmino splatter? Oppure temiamo l’ignoto, il non sapere da che parte verrà il colpo? La crisi materiale che è spirituale, in origine, nasce dalla mancanza di punti di riferimento. Perfino il terrore aveva un suo luogo e una sua denominazione. Oggi non è più così. Siamo in balia di un panico che coincide con il respiro di anime vaganti, prede di una confusione che, per paradosso, ha smarrito la sicurezza della paura. Ebola, cronaca, miseria compongono un quadro generalizzato di fragilità, privo di epicentro.

Ecco perché quel volantino, con quello che ne segue, assolve a una funzione protettiva. Ci libera dall’incertezza e dalla contaminazione. Speriamo di riconoscere il volto del nemico, di saperlo in esilio dal cuore, circoscritto, oltre il tendone scuro di un circo. Ma pensare che basti rinchiudere il male per sconfiggerlo è solo l’ultima illusione, specialmente quando la metafora appare inesatta. Ed è sintomo di cecità credere che l’orrore non ci appartenga, che non sia già seminato in noi.

 


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