Faraone: "Chi se ne frega dei grillini...il Pd è nel caos" - Live Sicilia

“Chi se ne frega dei grillini… Il Pd è nel caos, Lagalla? Vada solo”

Parla il senatore 'renzianissimo' di Sicilia. Più che una intervista, un terremoto. Ecco perché
INTERVISTA A DAVIDE FARAONE
di
5 min di lettura

E’ possibile fare rientrare la crisi politica a Roma?
“Dobbiamo assolutamente riuscirci, è quello che vogliono gli italiani, le forze sociali, i sindaci, quello che si aspettano le principali nazioni occidentali, le istituzioni europee. Incredibile la mobilitazione di queste ore, abbiamo lanciato una petizione ed in poche ore abbiamo raggiunto 80 mila firme. Il governo ha ridato prestigio all’Italia e sta dando risposte ad una crisi economica senza precedenti, pandemia, guerra, siccità, una tempesta perfetta. Lasciatemi dire che per fortuna che c’è Draghi e non Conte, Toninelli, Bonafede, Lezzi e tutto il circo Barnum, teniamocelo stretto Draghi”.

Davide Faraone, palermitano, renzianissimo della prima ora, senatore di Italia Viva, fa le carte alla politica. Dai tormenti a Palazzo Chigi, a quelli di Palazzo d’Orleans, passando per Palazzo delle Aquile.

Condivide la scelta del premier di non ‘accontentarsi’ del numeri e di presentare le dimissioni al presidente Mattarella?
“Assolutamente sì, non poteva far passare in cavalleria la voglia di visibilità di Conte sulla pelle degli italiani, non può far finta di nulla se una delle forze politiche più grandi a sostegno del governo non vota la fiducia al governo su 24 miliardi di aiuti agli italiani. Non è tempo di campagna elettorale, l’Italia vive una grossa crisi economica. Adesso però credo che mercoledì Draghi debba venire in Parlamento e vedere se ha la fiducia. Se c’è, si va avanti con chi ci starà, chi vorrà disertare se ne assumerà la responsabilità davanti agli italiani”.

Chi dovrà fare un passo indietro?
“Draghi dovrà fare un passo avanti, andare dritto senza farsi condizionare. Ridicolo chi apre la crisi senza mollare le poltrone, ridicolo vedere ministri del M5S non votare la fiducia a se stessi. Bisogna tagliare le tasse sul lavoro, aumentare i salari, portare a compimento le missioni propedeutiche alla realizzazione del Pnrr, accedere al Mes per investire sulla sanità, realizzare una vera riconversione energetica rendendoci indipendenti dal gas russo. Ci sono troppe cose da fare per fermarsi adesso e rischiare l’esercizio provvisorio”.

Siete ancora disposti a governare con i grillini?
“Ma chi se ne frega dei grillini… Qui il problema è aiutare l’Italia e gli italiani, se vorranno dare una mano, bene, se vorranno scappare e preferiranno la propaganda alle cose da fare, andremo avanti senza di loro, si lavorerà anche meglio senza veti e bastoni fra le ruote”.

Passiamo alla Sicilia, la vostra ricetta?
“In Sicilia bisogna ripetere il più possibile il modello Draghi con chi ci starà, nella formula politica e nei contenuti. Se nel Paese la crisi è violenta, nella nostra regione lo è ancora di più”.

Che ne pensa del travaglio del centrodestra, diviso sul nome di Musumeci, e del centrosinistra che sta organizzando delle primarie che non sembrano solidissime, visto lo scenario?
“Penso che sia incredibile che il Pd faccia le primarie come se nulla fosse con chi ha tentato di mandare gambe all’aria il governo Draghi. E poi come faranno a stare insieme? La Chinnici vuole i termovalorizzatori, il ponte, i grillini una cosa no e una sì e Fava nessuna delle due. Non si capisce cosa li unisca. Così come non capisco come i moderati del centrodestra possano stare con un presidente come Musumeci che ieri ha dichiarato che Draghi deve andare a casa e che non avrebbe firmato alcun appello per dissuaderlo dalle dimissioni”.

Con chi starete o chi vorreste come compagni di viaggio alle elezioni regionali?
“Con tutte le forze politiche lontane dai populismi e dai sovranismi, che devono avere gli attributi per abbandonare le vecchie e innaturali collocazioni che portano all’immobilismo e trovare nuove vie per il governo della Regione”.

Lei sarebbe pronto a scendere in campo per la presidenza?
“Non è un problema di donne o di uomini”.

Dopo la vittoria delle elezioni comunali palermitane, il sindaco Lagalla è in difficoltà per la definizione della sua giunta. Qual è il suo giudizio?
“Quando Lagalla fa da solo e non si lascia impaludare dai partiti fa bene, quando lascia loro l’iniziativa e il potere di veto perde smalto. Bene il festino, bene la sua interlocuzione con il governo nazionale per sistemare il bilancio, male i ritardi sulla nuova giunta”.

Qual è la posizione di Italia Viva? Matteo Renzi ha detto che siete all’opposizione. Ma lei ha accompagnato il sindaco a Roma e ci sono dei renziani che potrebbero entrare in giunta.
“Io prima di essere appartenente ad un partito, sono palermitano. Se posso dare una mano al sindaco della mia città lo faccio con tutto il cuore. Ho ottimi rapporti con Draghi, con i ministri di questo governo, col sottosegretario alla presidenza del consiglio Garofoli, con la viceministra all’economia Laura Castelli. Se posso mettere queste mie relazioni al servizio della mia città lo faccio volentieri. Orgogliosissimo di aprire le porte dei ministeri per gli interessi di Palermo, vorrei capire perché possono farlo solo Milano, Napoli, Torino, Roma. E poi il mio grande amico Totò Orlando in giunta, uomo serio e di grande esperienza, un altro grandissimo amico, Maurizio Carta, alla Pianificazione urbanistica e Rosi Pennino alle Politiche sociali sono una garanzia di qualità per questa giunta”.

Quali sono le prime emergenze di Palermo?
“Risanare il bilancio senza aumentare di un solo euro le tasse, portare la differenziata al 60 per cento e realizzare un termovalorizzatore. IV Sicilia lancerà domani una petizione per chiedere che a Palermo venga concessa la stessa opportunità concessa a Roma con il DL aiuti, dare al sindaco poteri commissariali per realizzarli. E poi un nuovo cimitero, basta bare senza sepoltura e il risanamento del fiume Oreto e della costa Sud”.

Crede che il governo nazionale, se passa la nottata, verrà incontro alle richieste del sindaco?
“Stiamo mettendo su un piano molto serio grazie al sindaco e alla disponibilità del governo Draghi: il governo ci dà le risorse economiche per gestire l’emergenza, non le briciole come quelle promesse a Orlando, ma la stessa cifra garantita a Napoli, e noi garantiamo che in pochi anni mettiamo a regime la riscossione e non aumentiamo le tasse ai palermitani, utilizziamo bene il nostro patrimonio, le nostre aziende ed il nostro personale e poi saremo in grado di fare da soli. I primi incontri sono andati molto bene, un motivo in più per sperare che Draghi vada avanti”.

Lei ha già una carriera politica ampia alle spalle, cosa farà poi?
“Un giorno mi dedicherò a tempo pieno alla fondazione italiana autismo, mi riempie il cuore occuparmene e mi dispiace non poter dedicare a questo impegno tutto me stesso”. (Roberto Puglisi)


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