“Torniamo a chiedere al Ministro e alle FS di verificare con urgenza la regolarità delle procedure e la corretta utilizzazione dei fondi statali ed europei nella realizzazione dell e grandi opere ferroviarie: la recente pubblicazione delle acquisizioni delle indagini di Polizia Giudiziaria e la stessa Ordinanza del GIP confermano , infatti, un quadro di relazioni inquietanti tra le imprese appaltatrici, aziende in odor di mafia e esponenti politici. Lo schema è quello tradizionale: una grande opera, appaltata a una grande Azienda possibilmente di respiro europeo, che poi arriva a Palermo e si avvale, in una serie di posti-chiave, di personaggi locali che trattano con le imprese in odor di mafia”.
Lo dichiarano la deputata palermitana del Pd, che sulla vicenda ha presentato oggi una nuova interrogazione e il consigliere comunale Maurizio Pellegrino, che da mesi si occupano della vicenda. “Lo ripetiamo: quelle opere sono fondamentali per il futuro della Città – continuano Siragusa e Pellegrino- quello che non è accettabile è l’intreccio tra affari, politica e mafia che intorno a queste opere si sta coagulando e di fronte al quale in molti, ma in particolare i vertici di FS sembrano chiudere gli occhi. Per complicità o per sottovalutazione non spetta a noi deciderlo ma spetta a noi denunciarlo: le Ferrovie continuano a tenere come Direttore dei lavori del Passante un soggetto che, nell’altra veste di Presidente dell’Autorità portuale, contesta tutte le scelte progettuali relative all’Anello Ferroviario. Continuano a sorvolare sulla permanenza nell’incarico di responsabile dei lavori per conto della SIS di un Ingegnere che viene pesantemente chiamato in causa negli atti di PG. Mentre ancora nulla si è fatto per combattere la parentopoli e lo strano intreccio tra controllori e controllati. L’unica autorità che si è mossa tempestivamente è la Regione Siciliana che con l’Assessore Armao ha disposto un’ispezione che speriamo vada fino in fondo. Confidiamo -concludono i due esponenti del Pd- che la Magistratura allarghi il campo delle indagini che sinora hanno colpito solo il livello affaristico mafioso preannunciato dai pizzini di Lo Piccolo a Provenzano. Lo stesso ruolo dei politici che chiedevano raccomandazioni e in cambio approvavano perizie di variante o l’apertura dui nuove cave meriterebbe un approfondimento anche in sede giudiziaria”.