PALERMO – “Attraverso i miei avvocati, Francesca Russo e Roberto D’Agostino, ho anticipato al procuratore aggiunto Vittorio Teresi che lunedì presenterò una richiesta formale per essere ascoltato al fine di mettere a disposizione della Procura di Palermo dieci milioni di euro, finora conservati in banche estere e mai oggetto di sequestro”. Lo ha detto il testimone Massimo Ciancimino, che questa mattina ha partecipato all’udienza del processo Stato-mafia nel quale è imputato. Da anni i pm indagano per scoprire dove è finita parte del famoso “tesoro” di Ciancimino, che Massimo avrebbe ereditato dal padre Vito, ex sindaco mafioso di Palermo.
“Sono gli unici fondi che ho all’estero. I pm valuteranno se sono provenienti da attività illecita, come pensano molti – ha spiegato – o sono perfettamente leciti come sostengo io. Sarà la Procura adesso a fare le sue valutazioni. Il tutto per volere interrompere tutte le speculazioni (comprese quelle di Riina dal carcere) fatte per delegittimarmi. Chi dice che ho collaborato con la Procura di Palermo solo per salvare il mio patrimonio adesso ha la dimostrazione che non è vero”. “Nel 2008 – conclude – con questi soldi sarei potuto andare all’estero e godermi la vita, invece ho scelto la strada della collaborazione”.